Genova. Colpevole di non essere stato ammesso all’esame di terza media, e quindi massacrato di botte con calci, pugni e cinghiate. Una violenza inaudita e perpetuata tra le mura domenistiche da padre a figlio, su un ragazzo di 14 anni la cui unica colpa era quella di essere stato bocciato.
Sono stati i vicini a salvare dalla furia dei genitori il ragazzo, che per sfuggire all’ondata di botte si era rifugiato sul terrazzo dell’appartamento di via Montello, a Manin, gridando, piangendo e chiedendo aiuto.
Sul posto sono arrivati i mezzi dell’Arma e il personale del 118 che hanno soccorso il ragazzo, tumefatto e in evidente stato di choc. I genitori, di origine ecuadoriana, sono un muratore di 44 anni e una casalinga di 42, sono stati denunciati per maltrattamenti e abusi di mezzi di correzione.
Il ragazzo è stato trasportato d’urgenza in ospedale al Gaslini dove è stato ricoverato in osservazione. I medici gli hanno diagnosticato, oltre a traumi ed escoriazioni, anche un forte stato di alterazione psicofisica e per questo hanno deciso di ricoverarlo per almeno una settimana.