Genova. La quinta sezione della Cassazione ha rigettato i ricorsi dell’avvocatura dello Stato, che aveva chiesto la sospensione dell’esecuzione della condanna al pagamento delle provvisionali (la “quota” di risarcimento danni decisa in sede penale) a favore delle vittime delle violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto, nei giorni successivi al G8 di Genova del 2001, motivando la sua richiesta con la presunta difficoltà, in caso di riforma delle sentenza in Cassazione, a recuperare le somme eventualmente non più dovute.
Le circa 150 parti civili del processo di Bolzaneto, quindi, a ben 11 anni di distanza da quei fatti, aspettano ancora i risarcimenti, che ammonterebbero a quasi 10 milioni di euro, comprendendo anche il pagamento delle spese legali, come ha stabilito la Corte di appello di Genova il 5 marzo 2010.
“Entrambi i procedimenti, cioè Diaz e Bolzaneto, sono stati gestiti molto male dallo Stato – dice Emanuele Tambuscio uno degli avvocati impegnati nel processo di Bolzaneto – che avrebbe potuto offrire un risarcimento alle parti civili prima dei processi, evitando in questo modo di pagare le spese legali con un notevole risparmio di soldi che, come ben sappiamo, sono soldi pubblici”.
Ma mentre nel processo Diaz almeno le provvisionali per le parti civili sono arrivate dopo la sentenza di appello, per Bolzaneto non è stato così. Ora la richiesta dell’avvocatura dello Stato, che ha fatto ricorso proprio in Cassazione per “legittimare” la scelta di non pagare ritenendo eccessive le somme liquidate dalla corte di Appello di Genova, è stata rigettata, ma le parti civili aspettando ancora i risarcimenti.