Politica

Ex Stoppani, depositato in Procura l’esposto di 11 ex lavoratori. Piredda (Idv) e Della Bianca (Riformisti italiani): “La politica faccia chiarezza”

stoppani

Regione. “In attesa che il filone d’inchiesta avviato in procura faccia il proprio corso, occorre una presa di responsabilità politica per dare risposte precise ai liguri sulla vicenda Stoppani”. Lo hanno dichiarato questa mattina i consiglieri regionali Maruska Piredda (Italia dei Valori) e Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto-Riformisti Italiani) durante la conferenza stampa di presentazione della mozione sulla ‘Situazione sullo stato di emergenza in relazione alla grave situazione determinata nell’ex stabilimento Stoppani di Cogoleto’, che nelle prossime settimane sarà discussa in consiglio regionale.

“Mi aspetto – dichiara Raffaella Della Bianca – che il presidente Burlando faccia a breve chiarezza su questa vicenda che oramai si trascina da anni e di cui la soluzione sembra non arrivare mai. Periodicamente infatti vengono comunicati costi ulteriori per terminare almeno la messa in sicurezza del sito. Oggi sarebbero necessari altri 25 milioni di euro che si andrebbero ad aggiungere ai 40 già spesi. Purtroppo non è ancora del tutto chiaro a cosa siano servite le risorse fino a ora impiegate”.

Un quadro dettagliato, che ripercorre l’annosa vicenda dell’ex industria chimica di Cogoleto, emerge dall’esposto presentato in Procura da undici ex lavoratori della Stoppani.

“I lavoratori aspettano risposte precise – dice Maruska Piredda – dopo che il tribunale del lavoro di Genova ha assolto quattro operai accusati di falso, insubordinazione e danno ambientale per il mancato funzionamento di due pozzi di emungimento, non è ancora chiaro a chi si debbano attribuire le responsabilità sulle anomalie riscontrate nelle operazioni necessarie alla messa in sicurezza del sito”.

“Da quanto risulta dagli atti depositati in procura e dalle testimonianze – spiega Piredda – emergono alcune importanti incongruenze che devono essere approfondite. Su tutte, la questione della discarica del Molinetto, ferma da anni e su cui pende il rischio di una sanzione dell’Unione Europea qualora non sia riattivata. Non è chiaro come mai negli anni si sia preferito portare in varie parti d’Europa il materiale inquinante, anziché smaltirlo a due passi dal sito. Inoltre i costi per il ripristino sono lievitati dai 140mila euro preventivati nel 2006 agli attuali 2,5 milioni”.

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