Cremona. “Preziosi? Non lo conosco, e se lo conosci lo eviti”. E’ uno degli stralci dell’interrogatorio che ha sostenuto questa mattina Massimo Leopizzi, l’ultrà del Genoa indagato dalla procura di Cremona nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. In una intercettazione telefonica con il calciatore Beppe Sculli, lo stesso Leopizzi aveva detto di avere “salvato” il presidente del Genoa Enrico Preziosi, mentendo in una inchiesta che aveva visto coinvolto il patron genoano nel 2006.
Leopizzi, interrogato dal procuratore Roberto Di Martino ha spiegato che le sue parole, intercettate dopo l’ultima ondata di arresti, riguardanti una presunta combine nel derby Genoa-Sampdoria, dell’ 8 maggio 2011, erano “solo la sensazione che hanno provato quel giorno 20 mila genovesi allo stadio”. L’ultrà rossoblu ha anche ricostruito l’incontro, avvenuto il 15 maggio 2011, in un inristorante di Genova, con i calciatori Beppe Sculli e Domenico Criscito. “Eravamo andati li’ a fare il culo a Criscito, perche’ dopo il gol non aveva esultato e, alla fine della partita, non aveva festeggiato”. L’ultras ha quindi escluso che quell’ incontro fosse legato a taroccamenti di incontri.
Quell’sms, contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare, che lui aveva inviato a Sculli e in cui scriveva “con voi liberi di scappare, se potete” era di natura scherzosa, tant’è vero che si concludeva con due smile. Il suo legale, Stefano Sambugaro, ha spiegato che l’iscrizione nel registro degli indagati di Leopizzi e’ un atto a sua tutela, in quanto, qualora avesse detto qualcosa che potesse incriminarlo, la sua deposizione sarebbe potuta essere inutilizzabile.