Genova. “L’Imu sulla prima casa è errata e sbagliata”. La posizione di Idv a Tursi non cambia, e l’impostazione registrata oggi in consiglio, con le parole del capogruppo Stefano Anzalone resta quella indicata in maggioranza: reperire risorse in altri ambiti, per sostenere famiglie e giovani coppie già colpite dalla crisi economica finanziaria e impegnate a pagare mutui salati, e per aiutare le piccole medie alle prese “con un Ici triplicata”.
“In questo particolare contesto politico economico aggravare le giovani coppie e le famiglie di un ulteriore balzello, è sbagliato – ha detto oggi Anzalone intervenendo in Aula durante la presentazione degli ordini del giorno al bilancio – così come non capire quello che sta avvenendo nelle piccole medie imprese e nel commercio, che si vedono di fatto aumentare l’imu del 30%, e che colpite da questa nuova tassa che per assurdo non porterà nuovi intruiti nelle casse del Comune, si verranno costrette a chiudere”.
Si può fare qualcosa di più per reperire le risorse, è il leit motive del partito di Di Pietro: vendere il patrimonio immobiliare “magari non destinato a residenze o fabbricati o terreni”, così come dismettere quote azionarie importanti, per destinare risorse ai servizi sociali.
Se gli emendamenti dell’Idv non saranno votati, è probabile come annunciato il voto contrario. “Stiamo lavorando per ricompattare il centrosinistra affichè capisca l’importanza di ciò che la città ci chiede, ovvero stare attenti ai sogetti deboli e alla piccola e media impresa”.
Assolutamente contrari a questa tassa ingiusta anche i consiglieri Pdl, che però sottolineano: “Non siamo noi più vicini a Idv, ma il contrario. Noi sapevamo bene quanto Doria fosse per questa tassazione iniqua, ora sembra che Italia dei Valori ritenga che il Pdl aveva ragione, forse dovevano appoggiare il nostro sindaco”, commenta ironica il capogruppo Pdl Lilli Lauro. Uno degli ordini del giorno presentato dal Popolo delle Libertà mira dritto sul canone concordato. “Abbiamo 5 mila famiglie che hanno chiesto aiuto per pagare il canone, senza contare le persone che dormono in macchina – spiega Lauro – E’ un aiuto inequivocabile, va abbassato a meno della prima casa per riconoscere l’azione sociale svolta dal canone concordato e premiare il proprietario illuminato”.
Anche il Pd ribadisce quanto detto nei giorni scorsi: “Noi pensiamo che la scelta dell’aumento dell’aliquota sia ancora reversibile, ma bisogna trovare altre voci d’entrata, non fattibile in pochi giorni – ribadisce Simone Farello, capogruppo a Tursi – Come Pd, insieme alle altre forze di maggioranza escluso Idv, abbiamo fatto delle proposte, anche condivise proprio da Idv nel merito”. Ad esempio: intervenire nella spesa strutturale dell’ente a partire da alcune voci come la contrattazione del secondo livello del personale dirigente, la riorganizzazione della spesa “in modo che questa sia più produttiva e abbiamo individuato come linea d’azione il vasto mondo delle società partecipate del Comune dove possono avvenire non solo alienazioni ma anche valorizzazioni”. Ma per tutto ciò sarà necessario il confronto con le organizzazioni sindacali e con il consiglio comunale: “sono misure che non si possono attuare nel giro di pochi giorni e che non si possono al momento quantificare dal punto di vista del gettito”, conclude Farello.
Un secco no alla vendita delle partecipate arriva invece dal Movimento 5 Stelle. “C’è una grande voglia di vendere le partecipate -commenta Paolo Putti, capogruppo Movmimento 5 Stelle – non vogliamo assolutamente, piuttosto vanno rese efficienti, magari mettendo dirigenti più motivati”. Una nota polemica anche sul bilancio: “abbiamo avuto pochissimo tempo per leggerlo bene, è un bilancio difficile ma volevamo partecipare a costruire ipotesi diverse, abbiamo chiesto una settimana in più ma non ci è stata concessa”.
Un bilancio “vecchio nello stile”, secondo Enrico Musso, sfidante di Marco Doria alle amministrative e ora tra le fila dell’opposizione in Aula Rossa. “Considera le uscite la variabile indipendente, con l’aumento delle tasse come conseguenza inevitabile. La nostra visione è opposta: le spese correnti ferme senza bisogno di aumentare l’aliquota Imu”, ha concluso Musso.