Cronaca

Associazione a delinquere e frode fiscale, maxi evasione da 25 milioni di euro nel Tigullio: 9 aziende nei guai

Guardi di Finanza

Tigullio. 25 milioni di euro evasi al fisco. Questo l’esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria nei confronti di un’importante società edile e di altre 8 aziende, di minori dimensioni, operanti nello stesso settore e tutte con sede in provincia di Genova, nella zona del Tigullio. Le imprese vevano rapporti “intrecciati” tra loro e avevano messo in atto un artificioso sistema di frode fiscale, volto a minimizzare il debito tramite l’emissione e l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.

Sono state anche constatate plurime violazioni relative alla posizione dei lavoratori dipendenti, tra i quali 3 risultati in nero e 188 percettori di emolumenti superiori a quelli ufficialmente annotati nelle scritture contabili e dichiarati dagli interessati, con conseguente mancato versamento delle ritenute fiscali a carico del datore di lavoro e dei contributi previdenziali ed assistenziali.

Le imprese coinvolte nel sistema fraudolento avevano creato un’intensa e costante rete di rapporti, facendo figurare l’esecuzione di lavori di vario genere, per lo più relativi a costruzioni edilizie, documentata da fatture fittizie, che servivano per la deduzione di costi fasulli e la detrazione dell’IVA connessa, per ridurre, in definitiva, il “carico” fiscale.

Le indagini sono state condotte, in una prima fase, attraverso accertamenti documentali, indagini finanziarie, assunzioni di testimonianze, riscontri con le risultanze dell’Anagrafe Tributaria, e, successivamente, con l’esecuzione di specifiche verifiche fiscali, condotte utilizzando le risultanze delle investigazioni di polizia giudiziaria.

In alcuni casi l’importo delle fatture false registrate nella contabilità delle imprese “utilizzatrici” era superiore al volume d’affari dichiarato delle imprese emittenti, risultante dall’Anagrafe Tributaria, circostanza, questa, sintomatica, di per sé, delle gravi irregolarità descritte, appurate materialmente con lo sviluppo delle indagini.

In altri casi, invece, il riscontro “incrociato” tra la contabilità delle aziende artefici della manovra fraudolenta, ha consentito di scoprire arrotondamenti degli importi delle fatture, fino a 10 volte superiori, da parte dei soggetti utilizzatori dei documenti, che aumentavano fittiziamente i costi per ridurre il reddito imponibile e l’IVA da versare all’Erario.

Sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Chiavari 12 persone per l’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti ed occultamento e distruzione delle scritture contabili; per 6 delle persone denunciate, è stata ipotizzata l’associazione per delinquere, finalizzata alla frode fiscale.

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