Acqua pubblica Genova, “obbedienza civile” per rispettare la legge: “Applicate l’autoriduzione delle bollette”

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Genova. Si chiama “obbedienza civile” la campagna promossa dal Comitato Acqua Bene Comune di Genova, presentata questa mattina nella sede del comitato, da Pino Cosentino e Silvia Parodi, insieme ai consiglieri comunali Stefano De Pietro (Movimento 5 Stelle), Antonio Bruno (Federazione delle Sinistre).

“I cittadini sono nella piena legalità, infatti la campagna si chiama campagna di obbedienza civile – spiega Pino Cosentino – nell’illegalità ci sono gli altri. Invitiamo i cittadini ad applicare l’autoriduzione delle bollette. Chi è utente singolo può farlo direttamente, semplicemente prendendo l’importo della bolletta e moltiplicandolo per 0,78, chi invece non è utente diretto, perchè vive in un condominio, può chiedere all’amministrazione di farlo a nome di tutto il condominio. Ripeto si tratta di obbedire a una legge dello Stato in vigore”.

L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), incaricata dal governo di predisporre la nuova normativa per la tariffa idrica, in attuazione dei referendum del 12 e 13 giugno del 2011, ha predisposto una bozza di delibera “che reintroduce la componente tariffaria abolita dal referendum cambiandone il nome – aggiunge Cosentino – non si chiama più remunerazione del capitale investito, ma oneri finanziari. Ma con il referendum il popolo italiano aveva deciso, con la maggioranza assoluta, che l’acqua non è una merce e non si debbono fare profitti su di essa”.

“Ma Mediterranea delle Acque l’anno scorso ha distribuito 26 milioni e 200 mila euro di dividendi, prendendoli dalle riserve – prosegue Cosentino – significa che gli azionisti sono stati ricompensati senza che le risorse fossero state
guadagnate. Il che è un mistero, non si capisce come mai un’azienda che gestisce un servizio, i cui costi sono interamente coperti per legge dalla bolletta e che, per di più, ha un guadagno garantito che l’anno scorso doveva
essere di 33 milioni di euro, riesca ad arrivare alla fine dell’anno denunciando solo 3 milioni di utili
effettivi e a quel punto decidano di attingere dalle riserve per ricompensare questi azionisti. Chi sono questi
azionisti?”

“Sono il fondo F2i il forum d’investimento di cui è presidente Ettore Gotti Tedeschi, (presidente dello IOR, la banca del Vaticano, fino a pochi giorni fa) – spiega Cosentino – fondo che possiede il 40% delle azioni di Mediterranea delle Acque e viene ricompensato con un dividendo di quasi 12 milioni di euro, mentre Iren si prende quasi 18 milioni di euro. Questo viene giustificato con la necessità di fare degli investimenti ma usando i conti del piano d’ambito dell’Ato genovese abbiamo potuto dimostrare che non occorre nessun finanziamento aggiuntivo rispetto a quello che viene prelevato con le bollette. Poiché il profitto garantito a Mediterranea Acque dalla tariffa idrica era nel 2010 di almeno 25 milioni, sorgono diversi interrogativi”.

Oltre all’invito all’obbedienza civile, l’incontro di questa mattina è stata occasione per presentare anche un’altra iniziativa.

“Appofittiamo dell’occasione per far sapere che oggi a Roma viene presentata l’iniziativa dei cittadini europei,(Ice) nuovo strumento di partecipazione attivo dal 1′ aprile 2012 – spiega Silvia Parodi – attraverso il trattato dell’Unione europea entera in vigore un nuovo strumento di partecipazione dei cittadini europei: si tratta di una raccolta firme a livello europeo per chiedere alla Commissione europea di legiferare su un certo argomento che viene chiesto dai cittadini. In particolare è necessario raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 paesi dell’Unione con un minimo per ogni paese, nel caso dell’Italia dovremmo raccogliere di 54.350, che rispetto alle 400 mila del referendum sono praticamente uno scherzo per noi – continua Parodi – si potranno raccogliere le firme sia su supporto cartaceo che online, è questione di settimana e poi verrà certificato il sito per la raccolta di firme”.

“Si tratta di una richiesta affinche l’acqua venga garantita come diritto umano universale e venga garantito l’accesso ai servizi igienico sanitari e tutta questa gestione del servizio idrico venga effettuata al di fuori dei mercati, senza forma di liberalizzazione di questi diritti – conclude Parodi – l’acqua diventerebbe un diritto e noi non saremmo più utenti consumatori ma i soggetti di un diritto. La commissione Europea dovrà, dopo aver ricevuto le firme, decidere se proprorre la nuova normativa oppure esplicitare i motivi per cui non viene portata avanti”.

L’iniziativa è promossa dalla Federazione europea sindacati servizi pubblici, Fp Cgil e Forum italiano Movimenti per l’Acqua.

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