Politica

Genova verso il ballottaggio, Musso: “Non chiederò voti ai partiti, ma agli elettori”

enrico musso

Genova. I numeri non sono quelli sperati ma il risultato è quello promesso in campagna elettorale: Enrico Musso porta al ballottaggio il Comune di Genova.

Insoddisfatto perchè “sperava di ottenere di più”, una soddisfazione Musso la trova lo stesso: “Doria e la coalizione dicevano che avrebbero vinto al primo turno e non è accaduto, Vinai e il centrodestra affermavano che sarebbero andati al ballottaggio e anche qui niente da fare. Se guardo gli altri posso essere contento, si è verificato quello che avevo detto e cioè che saremo andati al secondo turno”.

Il passo successivo è recuperare la distanza dall’avversario, ovvero “tutti quelli che non hanno votato, quel 45% in più a cui si aggiunge il 5% di schede nulle o bianche – spiega Musso – quindi sarebbe come dire che insieme, io e Doria, abbiamo raggiunto solo un terzo di elettori”. Restano due terzi: “su questi si può rimontare il gap”.

Ma, assicura il candidato del Terzo Polo “non chiederò voti personalmente né ai leader né ai partiti, lo chiederò direttamente agli elettori”, del resto “nel primo turno si chiede il voto a favore, nel secondo quello contro il candidato considerato più lontano”. Come dire che si può votare Musso pur avendolo criticato o non condiviso in passato. Il bacino di voti del Movimento 5 stelle fa gola. Secondo Musso “nei grillini ci sono due profili, uno potrebbe tornare nell’area del non voto, l’altro è invece più simile al mio elettorato. Una parte di questi elettori potrebbe votare per me”. L’appello alla cittadinanza è “controcorrente, quasi uno scappellotto – dice ancora Musso – ora si può scegliere il futuro della città solo sulla base di programmi e della preparazione dei candidati, non ci sono più scuse”.

Sulla “strigliata” di Monteleone, Musso glissa: “E’ come Jessica Rabbit, non è cattivo sono gli altri che la disegnano così”. Al contrario “E’ persona leale, corretta costruttiva e anche con un sacco di buone idee”.

Quanto a Doria che lo ha definito “il nuovo non credibile”: “Capisco che per esingenze elettorali debba dipingirmi così, ma se il destino non ci avesse contrapposti uno all’altro, non direbbe queste cose – conclude Musso – siamo colleghi di dipartimento, fra noi c’è sempre stato buon rapporto”.

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