Genova, il Porto antico festeggia i vent’anni, Renzo Piano: “E’ una piazza sul mare, lo sbocco naturale della città”

Genova. Grande festa, seppur sotto la pioggia, questo pomeriggio al Porto antico per celebrare i vent’anni del Porto antico appunto ma anche di Palazzo ducale, due luoghi che hanno cambiato e rilanciato la città. A tagliare la torta di compleanno, insieme al sindaco Marta Vincenzi c’era l’architetto Renzo Piano, colui che il Porto antico l’ha pensato e disegnato ormai vent’anni fa.

“Il Porto antico è diventato veramente la piazza della città, come dove essere” ha detto Piano. “La città antica è piena di piazza bellissime che erano le piazze giuste per una città intagliata nell’ardesia, ma sono piazze piccole. La piazza vera della città storia è il mare”.

Una piazza che ha cambiato la fisionomia della citta: “Forse i genovesi non se lo ricordano ma fino a vent’anni fa c’era un muro qui. per vedere il mare bisognava andare a levante o a ponente, mentre il mare deve e oggi è lo sbocco naturale di questa città”.

Guardando al futuro l’architetto genovese non vede la necessità di fare rivoluzioni urbanistiche: “La città oggi ha bisogno di fare quello che è stato messo nel puc senza andare a fare nuove periferie e accettando che la crescita avvenga per espansione, bensì per implosione, vale a dire costruire sul costruito”.

“Poi c’è un tema grosso che è quello della geologia che non è una colpa della città. Genova è una città chiusa tra ripide montagne e il mare ed è una città che deve essere molto curata per gli aspetti idrogeologici. Biusogna occuparsi molto dei rivi che scorrono sotto la città”.

Altro tema centrale per Piano è quello del trasporto pubblico: “A Genova c’è già una sorta di metropolitana che è la linea ferroviaria che la attraversa da levante a ponente ed è su ciò che abbiamo che bisogna lavorare”.

Piano ha parlato anche del porto: “Bisogna dare al porto il suo ruolo di macchina che traina la città e il porto può essere rinforzato nella parte che va dal porto antico a voltri, però occorre dargli spazi e creare connessioni ferroviare con l’entroterra”.

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