Cronaca

Genova, attentato Adinolfi: si aspettano rivendicazioni e si analizzano i tabulati della zona

di lecce procuratore capo

Genova. Le indagini sull’attentato all’ad di Ansaldo Nuclerare, Roberto Adinolfi, continuano senza sosta. L’imprenditore è stato gambizzato ieri mattina poco dopo essere uscito dalla sua casa nel quartiere di Marassi: per fortuna solo un colpo è andato a segno, in un punto non vitale, e l’intervento chirurgico successivo all’agguato è andato a buon fine all’ospedale San Martino di Genova.

Ora gli inquirenti attendono le rivendicazioni “Se non arriva entro domani possiamo parlare di un’anomalia – ha detto uno degli investigatori che per anni ha combattuto le Brigate rosse e che adesso è impegnato sul caso Adinolfi – Ma questo ‘ritardo’ è fisiologico: per poter rivendicare un’azione é necessario assicurarsi che chi l’ha compiuta sia al sicuro”. Secondo gli investigatori il documento spiegherà l’azione e si capirà se si tratta di un’organizzazione già strutturata o di una cellula che chiede un riconoscimento.

Intanto sono stati presi in esame tabulati e celle telefoniche che coprono la zona dove è stato compiuto l’agguato. A 24 ore dall’agguato di Genova, gli investigatori e gli inquirenti stanno ancora cercando di far luce sul movente di quello che viene definito un gesto “altamente simbolico”. Escluso il movente personale e, stando a quanto si apprende, anche quello riconducibile all’attività lavorativa di Adinolfi, restano due le piste privilegiate: quella legata ad una matrice marxista-leninista e quella riconducibile a eco-terroristi, più vicini all’area anarchica.

Gli investigatori e gli inquirenti non hanno in mano elementi concreti che supportino queste ipotesi. Si stanno prendendo anche i tabulati telefonici di Adinolfi e delle persone a lui più vicine, per verificare se dalle chiamate fatte o ricevute possano emergere elementi utili alle indagini.

Intanto, grazie alla presenza del figlio dell’imprenditore, con lui durante l’agguato, e ad alcuni testimoni, gli investigatori sarebbero riusciti a tracciare un primo identikit dei due uomini sulla moto che hanno sparato. Si cerca un uomo alto, circa un metro e novanta, con un taglio d’occhi particolare e coi capelli lunghi e neri.

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