Genova. Susy De Martini interviene per precisare la sua posizione rispetto al ballottaggio: “Voglio essere molto chiara e non lasciare spazio ad equivoci. Non ho alcuna intenzione di votare per Enrico Musso e tanto meno di disertare le urne in vista del ballottaggio, perché da cittadina voglio far valere il mio diritto di voto. Di fronte alla scelta tra Marco Doria e il senatore cooptato dal Pdl e passato poi al terzo polo, non ho dubbi. Preferisco di gran lunga chi, come Doria, è stato eletto dalla gente con le primarie. Musso, che non a caso viene appoggiato da Biasotti, che è come lui in parlamento per volere del signore di Arcore, non rappresenta le istanze dei Genovesi onesti e tanto meno quelle del centro destra”.
“Voglio ricordare che Musso è appoggiato dall’Udc di Rosario Monteleone – continua la De Martini – che è il primo sostenitore della sinistra di Burlando; e voglio ricordare che tra i candidati della sua lista elettorale vi erano personaggi indagati. Impossibile per me dare una preferenza a chi rappresenta tutto quello contro il quale mi sono battuta a Genova e in Liguria, ovvero il partito del potere e della clientela. Doria, da cui mi divide un grande spazio dal punto di vista politico, può essere certamente un sindaco migliore e più attento alle esigenze della città; ha candidato e fatto eleggere molti giovani, è una persona per bene e spero che sappia capire quali sono i progetti per Genova, a cominciare dall’apertura di un Campus Universitario Internazionale”.
Con queste premesse, dunque, Susy De Martini ha scelto di non disertare le urne. Lanciando anche una proposta per il futuro: “Il centro destra deve rinascere, partendo da persone per bene come Pierluigi Vinai ma soprattutto dalla forza dei cittadini. Come avevo chiesto, purtroppo inutilmente, prima della campagna elettorale, il centro destra deve puntare sulle primarie per scegliere i suoi candidati. È questo il metodo da perseguire per il futuro, se si vuole evitare che tanti Genovesi e Liguri onesti che credono nella destra non vengano emarginati o, peggio, rappresentati da falsi innovatori come Musso e Biasotti, nominati da Berlusconi in parlamento”.