Cronaca

Diaz, Cassazione: “Su De Gennaro nessuna prova, ma irruzione fu abusiva e di ingiustificata durezza”

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Roma. Nei confronti dell’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, “non si e’ acquisita alcuna prova o indizio di un ‘coinvolgimento’ decisionale di qualsiasi sorta nell’operazione Diaz”. Lo sottolinea la sesta sezione penale della Cassazione, che ha reso note in 36 pagine le motivazioni per le quali, lo scorso novembre, è stato assolto l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro.

In particolare, la Suprema Corte spiega che la sentenza della Corte d’Appello di Genova del 2010 che aveva condannato De Gennaro a un anno e 4 mesi per falsa testimonianza “pone confusamente in relazione la vicenda, così implicitamente rinvenendone connotati di rilevanza nel processo Diaz ad una questione di immagine compromessa della polizia che, essendosi tradotta in un grave insuccesso (per le inqualificabili violenze compiute sugli occupanti della scuola Pertini-Diaz), avrebbe indotto l’allora capo della polizia a prendere ogni distanza possibile dall’operazione e altresì a persuadere o ad esortare Colucci (l’ex questore di Genova, ndr) a modificare le anteriori sue dichiarazioni sulla vicenda”.

Sulle accuse nei confronti di De Gennaro, la Suprema Corte fa notare che “non si è acquisita alcuna prova o indizio di un coinvolgimento decisionale di qualsiasi sorta nell’operazione Diaz”. Ecco perché la Suprema Corte, annullando senza rinvio la sentenza impugnata, bacchetta i giudici di merito evidenziando le “palesi lacune” e i “palesi errori di diritto”.

Con questa decisione piazza Cavour ha assolto anche l’ex dirigente della Digos genovese Spartaco Mortola che in appello era stato condannato ad un anno e due mesi. Le sentenze di primo e secondo grado già emesse, per il filone processuale delle violenze alla Diaz, sono state esaminate dalla Cassazione perché corredate agli atti della vicenda De Gennaro. Invece, il processo che vede imputati agenti e funzionari di polizia, è fissato in Cassazione per il prossimo 11 giugno.

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