Cronaca

Caccia in deroga, Ferrando: “Per la prima volta s’affronta il tema con una linea unitaria”

caccia

Genova. “Per la prima volta si è scelto di lavorare insieme, con un’iniziativa interregionale, finalizzata a risolvere definitivamente, attraverso il confronto con gli organi dell’Unione Europea, del Governo e del Parlamento italiano, l’annosa questione della caccia in deroga” è con questo obiettivo che i Consiglieri regionali del PD Valter Ferrando, Alessio Cavarra, Nino Miceli e Sergio Scibilia si sono fatti promotori di un incontro con i colleghi della Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Veneto e Piemonte.

“Ordini del giorno in concomitanza in tutti i Consigli regionali, incontri entro giugno con i parlamentari nazionali (il 20 e 21 giugno a Roma) ed europei di tutte le regioni intervenute” sono questi i primi punti significativi che i consiglieri hanno concordato nell’incontro di oggi. “Non è più possibile procedere senza una piena assunzione di responsabilità in materia di deroghe da parte dei diversi livelli istituzionali – commenta il Consigliere Ferrando – Bisogna evitare che solo le Regioni siano gravate dal compito di agire in merito, con leggi o provvedimenti amministrativi a rischio di impugnazioni e sanzioni; per questo ritengo che non sia più rinviabile da parte del Governo l’emanazione di linee guida omogenee in materia di deroghe”.

Al centro del dibattito è stata anche la risoluzione della controversa questione del “prelievo in piccole quantità” e un raffronto con l’Unione Europea: “È necessario – continua Ferrando – aprire un confronto tra Regioni e Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) per definire in modo chiaro le condizioni che consentano il prelievo venatorio in deroga dello storno, ma soprattutto risolvere la singolare mancanza di dati scientifici per la determinazione dei metodi di calcolo delle piccole quantità. Infine – spiega il Consigliere – occorre un’unanime determinazione del Governo nazionale nei confronti dell’Unione Europea, affinché studi scientifici e volontà politica portino ad una richiesta univoca che superi la contraddizione che caratterizza l’Italia, unico paese mediterraneo dell’Unione nel quale è vietata la caccia allo storno”.

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