Politica

Ballottaggio Genova, l’analisi politica del voto: prevale distacco dai partiti tradizionali e scarsa capacità attrattiva dei candidati

analisi voto tikkun fenix

Genova. Distacco dell’elettorato rispetto ai cosiddetti “partiti tradizionali”, astensione record e scarsa capacità dei due candidati di rappresentare un’ alternativa credibile e appetibile per l’amministrazione della città. Questa in estrema sintesi la fotografia che emerge dall’analisi approfondita del voto espresso nelle Elezioni Comunali di Genova effettuata dall’agenzia di Comunicazione integrata Tikkun Fenix, comparando i risultati ottenuti con quelli riferiti agli appuntamenti elettorali precedenti: Regionali 2010, Europee 2009, Nazionali 2008 e Comunali 2007.

Secondo l’analisi nel 1° turno dello scorso 6 e 7 maggio, il peso specifico dei candidati è risultato più alto nel caso di Musso “Lista Musso”, appoggiata dai partiti del “Terzo Polo” e cioè Udc, Fli e Api, (che hanno quindi portato un contributo significativo in termini di preferenze), che ha catalizzato il 27,2% delle preferenze ottenute all’interno della propria coalizione.

Discorso diverso per Doria, candidato della coalizione capeggiata dal PD che aveva sfiorato la vittoria già al
primo turno: l’apporto di preferenze a lui personalmente indirizzate si è fermato al solo 8%, ma a questo dato
bisogna certamente aggiungere l’ottimo risultato della “lista Marco Doria”.

“Si può quindi valutare quanto sia stato importante per l’elettore identificarsi con liste nominali ossia dove era ben
riconoscibile il volto del candidato. A questo riguardo ha giocato favorevolmente la sovraesposizione
pubblicitaria dei volti dei candidati sindaco dei manifesti elettorali Musso, Rixi, Siri (sebbene per quest’ultimo
non sia servito a raggiungere un risultato soddisfacente ai fini elettorali) e dello spazio televisivo di Portento
(risultato sebben minimo ma pur sempre sorprendente visto la quasi assenza pubblica di quest’ultimo)”, spiega la Tikkun Fenix.

Così come “va notato come nel corso della campagna elettorale che è intercorsa tra il 1° e il 2° turno nessuno dei partiti esclusi dal ballottaggio (in particolar modo Movimento 5 Stelle e Lega Nord) ha deciso di schierarsi
apertamente a sostegno di uno dei due candidati”.

Dall’analisi emerge infatti come al secondo turno Doria abbia prevalso su Musso per 37161 voti al ballottaggio, mentre tra i due candidati al 1° turno la differenza era stata di 87888 voti. Al ballottaggio: lo sconfitto Musso ha ottenuto 37495 in più rispetto al primo turno, Doria ha ricevuto 13232 voti in meno di quelli al primo turno.

Entrambi i Candidati sono risultati scarsamente rappresentativi dell’elettorato genovese. I risultati di Musso pongono in risalto come abbia raggiunto, nonostante l’incremento di voti, solamente un consenso pari al 15,3% tra l’intero elettorato.

Per quel che concerne il Sindaco Marco Doria, lo scarso risultato in termini di voti assoluti ottenuto al ballottaggio ha ulteriormente intaccato la sua rappresentatività: il Primo Cittadino di Genova rappresenta infatti meno di 1 elettore su 4, attestandosi su una percentuale del 22.79%.
Su questo risultato ha sicuramente inciso il basso tasso di affluenza alle urne, ma va sottolineato come i due sfidanti non siano stati in grado, con la loro candidatura, di attrarre un numero significativo di elettori alle urne.

Sulla capacità di persuasione dei candidati al ballottaggio rispetto all’elettorato di riferimento, il numero di voti “disponibili” nelle rispettive aree politiche (Centro-sinistra e Centro-destra) Enrico Musso è stato solo in parte in grado di far convergere sulla sua candidatura i voti dell’elettorato di area di Centro-destra, avendo raccolto 77084 voti sugli 87585 potenzialmente disponibili. Nell’analizzare questo dato va tenuto conto delle posizioni assunte dai partiti di Centro-destra: il Pdl, ed in particolare Vinai, non ha suggerito al suo elettorato di sostenere tout court la candidatura di Musso, mentre la De Martini ha addirittura proposto ai suoi elettori di appoggiare Doria.

L’elettorato “disponibile” di Marco Doria al ballottaggio era di poco superiore a quello del 1° turno, potendo contare sul contributo teorico dei soli voti di Comunisti italiani e Partito comunista dei lavoratori (2487 in tutto). Rimane in questo caso evidente il calo di consenso rispetto al neo Sindaco, che ha raccolto 13232 voti in meno alla consultazione del 6 e 7 maggio scorsi. Evidente l’astensione rispetto al primo turno dell’elettorato del Movimento 5 Stelle.

Al primo turno 224.069 cittadini aventi diritto non si sono recati alle urne. La disaffezione dell’elettorato verso la contesa politica si è manifestata con ancor maggior forza nell’ambito del secondo turno, quando altre 82.789 persone hanno deciso di non esercitare il loro diritto al voto.

La percentuale di non votanti al primo e al secondo turno, cresciuta ben del 16,43%, ha sottolineato un’ulteriore disaffezione dell’elettorato rispetto alla politica, ma anche rispetto ai due Candidati Sindaco, che evidentemente non sono stati in grado di rappresentare un fattore di attrazione alle urne con la loro candidatura.

Quanto al numero di voti non validi (statistica in cui sono incluse anche le schede bianche) registrati al primo e al secondo turno, ilvalore da un turno all’altro è sostanziale dimezzato passando da 10.975 a 5559.
Nell’analisi di questo dato va sottolineata la notevole differenza nella procedura di voto tra le due consultazioni: al primo turno il votante si trovava a scegliere tra ben 13 liste, con la possibilità di esprimere una preferenza e anche il cosiddetto voto disgiunto, mentre al ballottaggio era tenuto solamente ad esprimere una preferenza tra i due candidati Sindaco.

Da questa analisi approfondita sul campione del Comune di Genova dall’andamento del voto negli ultimi cinque anni si evidenzia un radicale cambiamento dell’atteggiamento dell’elettore sempre più critico verso l’intera Politica.

L’indicatore primario di questa avversità e sfiducia rispetto alla classe politica è dato dal continuo innalzamento del tasso di astensione dal voto. Concentrando l’attenzione sul recente turno di ballottaggio nella città di Genova il fatto che solamente il 39,08% dei cittadini abbia deciso di recarsi alle urne è un chiaro segnale di una preoccupante disaffezione dal principale strumento di partecipazione democratica.

Analizzando nel dettaglio il calo di oltre 16 punti percentuali nell’affluenza tra il primo turno e il turno di ballottaggio emerge come i Candidati al ballottaggio stesso e i rispettivi partiti non siano stati in grado di attrarre l’elettorato dei cosiddetti “partiti di protesta”.

In particolar modo è realistico supporre che la differenza nell’affluenza coincida per la maggior parte con l’astensione dell’elettorato del Movimento 5 Stelle, che infatti nel corso del primo turno aveva raggiunto una percentuale pari al 13,86%. Se a questi voti si uniscono le percentuali degli altri “movimenti di protesta” quali PIN (0.62%), Gente Comune (0.93%) e delle liste civiche, si evince come Musso e Doria non abbiano rappresentato per questa parte di elettorato delle alternative credibili per l’amministrazione della città.

Unendo questo dato alla disamina del primo turno è opportuno sottolineare come non solo persista il distacco dell’elettorato rispetto ai cosiddetti “partiti tradizionali”, ma che questo distacco sia accentuato dal fatto che, qualora si presenti la scelta solo tra questi stessi partiti, l’elettore “insoddisfatto” sceglie la via dell’astensione.

Un dato questo che può far meglio riflettere sulla reale necessità da parte dei partiti di una radicale riforma a livello di organizzazione interna, formazione dei propri candidati e interazione verso la propria base di riferimento; inoltre appare lampante la necessità di una migliore e più attenta relazione con il territorio ed i bisogni degli elettori, ossia i cittadini.

I dati raccolti ed elaborati provengono dal Ministero degli Interni e dal Comune di Genova. Sono stati elaborati su scala metrica ed in percentuale.

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