Sciopero generale Cgil, circa 2 mila lavoratori in piazza: Genova in tilt foto
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Genova. Quella di oggi è una giornata campale per il traffico cittadino. Prima il blocco del casello di Genova Ovest ad opera di metalmeccanici e portuali, in totale oltre 1500, e poi caos in centro, tra via Roma e piazza Corvetto, dove manifestano i lavoratori del settore pubblico, insieme ai precari e al settore agricolo e alimentare. Tutti sono scesi in piazza per protestare contro la riforma del mercato del lavoro.

“Scioperiamo contro la riforma del governo Monti, che mette in discussione l’art.18, i diritti dei lavoratori, taglia gli ammortizzatori sociali, cancella la mobilità e rende più precari i precari – spiega Bruno Manganaro, Fiom Genova – non dà risposte a nessuno, né a chi il lavoro ce l’ha, né a chi lo sta cercando. La riforma serve solo per fare cassa al bilancio dello Stato, però colpendo i soliti noti, cioè i lavoratori, i precari e i giovani”.
Camillo Costanzo, funzionario Cgil Genova, spiega che sono molteplici le motivazioni che spingono i lavoratori alla protesta. “Dall’articolo 18 al welfare, dai giovani alle pensioni – dichiara – quelle del governo sono manovre repressive, che non danno prospettive per il futuro, soprattutto per i giovani, che vedono allungare i tempi di pensionamento in un mercato precario. Se non ci sarà la crescita loro sono saranno quelli tagliati fuori”.
Mentre i metalmeccanici e i portuali hanno bloccato per diverse ore il casello autostradale di Genova Ovest, i dipendenti pubblici e i precari si sono dati appuntamento in piazza De Ferrari e da lì si sono recati a protestare sotto la Prefettura. Anche in questo caso di tratta di centinaia di persone, molto preoccupate per il proprio futuro.
“Anche il settore pubblico è coinvolto nelle manovre della riforma del mercato del lavoro, quindi soggetto all’eventuale licenziamento facile. Nello stesso tempo sono bloccati i rinnovi dei contratti fino a tutto il 2015 e c’è una riduzione di finanziamenti per la parte integrativa aziendale, che significa subire l’inflazione e l’aumento dei prezzi, parliamo mediamente di 200 euro al mese su salari già molto bassi, tra i 1000 e 1200 euro – spiega Antonello Sorgio, dipendente comunale – abbiamo anche il problema della cancellazione delle Province, che è stata una scelta affrettata e che poteva essere affrontata in altro modo. Comunque faremo tutto il possibile per tutelare i lavoratori”.
In piazza anche Laura Paleari, candidata alle prossime elezioni comunali nella lista di Sel. “La manovra nonostante le promesse non ha fatto nulla per tutelare i precari di questo Paese, non ha né garantito gli ammortizzatori, né le agevolazioni per le assunzioni – dichiara – Sono tanti gli aspetti di presa in giro e infatti per la prima volta i precari sono al fianco dei lavoratori cosiddetti ‘garantiti’”.
In sciopero anche i lavoratori delle costruzioni e del legno.