Tigullio. Decisioni univoche nei Comuni del Tigullio, che per quanto riguarda l’applicazione dell’Imu hanno deciso di agevolare il più possibile i residenti e invece di incrementare notevolmente l’aliquota per le seconde case, soprattutto quelle lasciate sfitte o peggio ancora affittate in nero.
Una “stangata” arriverà nelle tasche dei proprietari di seconde case a Santa Margherita. “Per quanto riguarda la prima casa lasceremo l’aliquota al minimo, cioè al 4 per mille, mentre alzeremo quella per le seconde case, fissata dallo Stato a un minimo del 7,6 per mille, al 9,6 per mille – spiega l’assessore ai Servizi Finanziari e Patrimonio, Giovanni Battista Raggi – un caso a parte è rappresentato dalle seconde case date in comodato d’uso a parenti stretti. In questo caso abbiamo pensato di non penalizzare i proprietari, applicando quindi il 4 per mille come per le prime case”.
Secondo una prima stima, a Santa Margherita il gettito Imu dovrebbe far entrare nelle casse comunali qualcosa in più rispetto all’Ici. “Prevediamo che entrino circa 7,5 o 8 milioni di euro – prosegue Raggi – il problema, però, è che secondo i calcoli dello Stato dovremmo incassare 10 milioni di euro e quindi, siccome ci considerano ‘ricchissimi’, hanno ben pensato di azzerarci i finanziamenti statali, che passeranno da oltre 2 milioni a 137 mila euro. Inoltre, visto che secondo loro il Comune guadagnerà così tanto dall’Imu, dovremo versare allo Stato circa 1,6 milioni di euro. Un bel problema, dunque, visto che dovremo affrontare tutto nel breve periodo, cioè a maggio”.
A Portofino, dove la maggior parte delle abitazioni sono appunto seconde case, il consiglio comunale ha deliberato di far scendere di mezzo punto l’aliquota per le prime case, fissandola al 3,5 per mille. Alzata, invece, quella sulle seconde case, che è passata al 7,7 per mille. “Tutto è ancora in via sperimentale, ma il nostro scopo è ovviamente quello di agevolare i residenti, quindi in futuro potremmo decidere di abbassare ulteriormente l’aliquota sulle prime case – spiega il sindaco Giorgio D’Alia – nelle casse del Comune dovrebbe entrare una cifra più o meno equivalente a quella dell’Ici. L’unica differenza è che a parità di entrate per il Comune, i cittadini dovranno pagare il doppio, visto che circa il 50% va allo Stato”.
Il Comune di Sestri Levante è uno fra quelli che ha alzato maggiormente l’aliquota sulle seconde case, portandola addirittura al 10, 6 per mille. “Per quanto riguarda la prima casa abbiamo deciso di abbassare di circa mezzo punto rispetto alla nostra storica aliquota e invece vogliamo lanciare un forte messaggio ai proprietari di seconde case, soprattutto a quelli che le lasciano sfitte o che le affittano in nero – spiega il primo cittadino di Sestri Levante, Andrea Lavarello – sappiamo bene che per modificare determinati atteggiamenti ci vorrebbero apposite leggi statali, ma intanto almeno cerchiamo di lanciare un messaggio”. Per i proprietari di seconde case che invece le affittano con un regolare contratto a residenti, l’aliquota è lasciata al minimo previsto dalla legge, ovvero il 7,6 per mille.