Genova. Lucrezia Lante Della Rovere è l’intensa protagonista di Malamore – esercizi di resistenza al dolore, spettacolo tratto dal libro omonimo di Concita De Gregorio, diretto da Francesco Zecca e prodotto da Tieffe Teatro, in scena al Teatro dell’Archivolto venerdì 27 aprile alle ore 21. Storie di donne comuni o fuori dal comune, vittime della violenza di padri, mariti o estranei, perse dentro amori distorti, ma sempre capaci di andare incontro alla vita con lievità e determinazione.
“Le donne hanno più confidenza con il dolore”, scrive Concita De Gregorio nel saggio pubblicato da Mondadori nel 2008. “Ci si vive, è normale. Strillare disperde le energie, lamentarsi non serve. Trasformarlo, invece: ecco cosa serve. Trasformare il dolore in forza. Ignorarlo, domarlo, metterlo da qualche parte perché lasci fiorire qualcosa. Una lezione antica, una sapienza muta e segreta: ciascuna lo sa. Le storie che ho raccolto sono scie luminose, stelle cadenti che illuminano a volte molto da lontano una grande domanda: cosa ci induce a non respingere anzi a convivere con la violenza? Perché sopporta chi sopporta, e come fa? Quanto è alta la posta in palio?”
Le vicende raccontate si muovono su registri diversi, sono tragiche o ironiche, drammatiche o divertenti. C’è Dora Maar, la musa di Picasso che si vendica delle sue violenze perdonandolo; c’è la prostituta bambina che crede che la vita finisca a 12 anni; c’è la moglie che sopravvive a Barbablù attraversando l’orrore; c’è la ragazzina cinese colpevole solo di essere nata femmina; c’è la topolina che sposa il gatto e poi cerca di cambiarlo.
In un alternarsi di favola e cronaca vera, scorrono figure di donne che anziché fuggire dal dolore cercano di conviverci e di addomesticarlo, donne famose e non, che nell’illusione di cambiare una storia sbagliata continuano a farsi male per anni. Alcune ce la fanno, altre soccombono. Lucrezia Lante della Rovere viaggia tra i loro volti, in una narrazione multipla dal forte senso civile. Le fa da controcanto il pianoforte di Vicky Shaetzinger, che trova tra le note altre suggestioni.