Economia

Genova, l’impatto dell’Imu sarà devastante: proprietari e inquilini uniti nella stessa battaglia

Genova. Un aumento tra il 400 e il 600% è quello stimato da Confedilizia sull’impatto della nuova aliquota Imu, il cui importo a Genova sarà deciso dalla prossima giunta. Proprio per questo oggi le associazioni di proprietari e i sindacati degli inquilini si sono riuniti per lanciare un grido d’allarme e un appello al futuro candidato sindaco del capoluogo ligure.

I provvedimenti del governo Monti, tra cui l’introduzione dell’Imu per i fabbricati, e la rivalutazione delle rendite catastali porteranno a un aggravio della situazione di tutto il comparto locatizio, con inevitabili, pesanti ripercussioni sui livelli dei canoni. “Le norme sull’Imu sono tragiche e inevitabilmente si ripercuoteranno sul mercato immobiliare e in particolare sull’affitto, quindi noi cerchiamo di portare a casa un risultato sui contratti concordati, strappati con una legge di 10 anni fa e concordati tra associazioni di proprietari e sindacati degli inquilini – spiega Stefano Salvetti, Sicet – Questi contratti dovrebbero godere di Imu agevolata, visto che gli inquilini hanno già difficoltà perché il governo Berlusconi, prima di andare via, ha tolto il contributo affitti (in Liguria -8 milioni, a Genova – 4 milioni), così come i fondi per l’edilizia pubblica popolare”.

Le famiglie in difficoltà sono tantissime, circa 65 mila a Genova, con 2500 richieste di esecutivo di sfratto ogni anno, ci dui l’85% per morosità, che rischia di salire al 100%. A tutto questo vanno ad aggiungersi ben 15 mila appartamenti sfitti soltanto nel capoluogo ligure. “Noi stimiamo che il numero sia molto più alto, ma questo non deve sorprendere, perché sicuramente c’è del nero, ma con questa nuova tassa è evidente che qualcuno cerchi di fare cose non legali – spiega Enrico Viani, segretario provinciale Sunia – Noi abbiamo lanciato una campagna contro gli affitti in nero, ma l’incertezza non aiuta. Tra l’altro pensavamo che le case in nero fossero prevalentemente in riviera e invece abbiamo scoperto che sono prevalentemente nel centro storico, con falsi comodati. Poi c’è tutto il discorso delle case anche di proprietà degli enti pubblici, non affittate e lasciate vuote”.

“L’impostazione fin qui prospettata penalizzerebbe sia le decine di migliaia di contratti di locazione liberi, che risulterebbero pesantemente colpiti, sia i circa 9 mila contratti  concordati in corso (su 65 mila famiglie in affitto) e pregiudicherebbe l’applicabilità stessa dell’accordo territoriale da poco stipulato dalle scriventi organizzazioni, con conseguenze devastanti per il settore locatizio nel suo complesso – spiegano i sindacati degli inquilini – Un ulteriore inasprimento del mercato dell’affitto, considerati anche l’azzeramento dei contributi agli inquilini e il probabile inasprimento delle esecuzioni di sfratto per morosità, si riverberebbe in modo drastico sul già fragile welfare comunale”.

L’appello non è soltanto rivolto al futuro candidato sindaco, ma soprattutto a chi ha determinato i presupposti di questa “abnorme pressione fiscale”. “Si vuole fare cassa quasi esclusivamente a danno della casa e infatti è la prima volta che le associazioni di proprietari e i sindacati degli inquilini si sono uniti per la stessa battaglia – spiega Vincenzo Nasini, Confedilizia Genova – Il rischio è che nessuno investa più nel settore immobiliare e che quindi il risparmio venga dirottato altrove. La cosa assurda è che la nuova pressione fiscale colpisce un bene non per il reddito che produce, ma per il suo valore o addirittura al di sopra del suo valore. Secondo noi si tratta di un principio altamente incostituzionale”.

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