Genova. Lo spettro di Marsiglia, il porto in grado di attrarre le commesse che un tempo arrivavano nei cantieri genovesi, agita i lavoratori delle riparazioni navali, stamani in stato di agitazione per chiedere conto delle promesse fatte e, sino ad ora disattese.
Il presidente dell’Autorità Portuale, chiamato in causa, ha preso il megafono e ha risposto ai lavoratori. “Per me la cantieristica è una priorità assoluta e questo è un lavoro dove spenderò l’ anima”, ha ribadito.
Poi entrando nel dettaglio ha spiegato ai lavoratori che nel prossimo Comitato, martedì, verrà presentata la proposta per una gestione diversa dei bacini di carenaggio mentre, a Maggio, ci sarà la procedura definitiva per la soluzione per la sesta vasca. “Siamo ancora in attesa da mesi – ha sottolineato Merlo – di un pronunciamento della Via nazionale del ministero dell’ Ambiente su alcune opere ed investimenti per poter migliorare sia la qualità ambientale che il lavoro, con la creazione di nuovi spazi all’interno del compendio delle Riaparazioni. Occorre – ha concluso Merlo – consolidare una collaborazione molto forte tra Autorità Portuale, operatori e sindacati per superare al meglio questa fase critica e consolidare questo comparto che, per noi, è fondamentale”.
“Abbiamo chiesto al presidente Merlo, che si è dimostrato disponibile, di fare sistema e cercare di trovare soluzioni per attrarre nuove commesse, visto che nel 2011abbiamo registrato il numero più basso di navi lavorate nell’arco degli ultimi 20 anni, ovvero 86. Bisogna capire come gestire al meglio l’ente bacini – spiega Alessandro Vella, segretario Fim Cisl Genova – la seconda richiesta è quella che abbiamo avanzato al Prefetto in merito al sesto bacino, che tuttora manca della valutazione di impatto ambientale da parte del ministero dell’Ambiente”.
Il sesto bacino, infatti, è fondamentale per l’accoglienza delle navi di nuova generazione. “Il problema riguarda tutto il settore, non solo la cassa integrazione della Mariotti – conclude Vella – Molti lavoratori di altre aziende, purtroppo, sono in cassa integrazione e altre realtà sono già sparite da Genova. Abbiamo le più qualificate maestranze d’Italia, ma mancano le strutture, requisito fondamentale per attirare nuove commesse. Dobbiamo attuare i progetti fondamentali e riportare a Genova il lavoro che è già stato trasferito altrove, in particolare a Marsiglia”.
Grande la preoccupazione dei lavoratori della Mariotti. “Mancano le commesse, ma è difficile averne di nuove perché mancano i bacini adatti – spiega Paolo Santol, Rsu – sembra inoltre che i nostri governanti si siano dimenticati di noi”.
Intanto questa mattina Merlo ha parlato anche il futuro dell’ente bacini il cui nuovo sistema di gestione uno dei punti centrali della delibera del prossimo comitato portuale del 24 aprile. “Noi formuliamo una proposta che prevede un impegno dell’Autorità Portuale di Genova – ha spiegato Merlo – nella ricapitalizzazione della società nel 2011- 2012, perché in seguito alla crisi, la società ha avuto delle perdite. Prevediamo, a partire dal prossimo anno, una gestione diversa dell’ente, attraverso una formula che unisce, come avviene dappertutto, la gestione delle attività operative, e quindi delle costruzioni dei riparatori con la gestione dei bacini. Si tratta di un provvedimento che viene incontro alle richieste che ci sono venute da parte dei soci dell’ente, che sono le aziende che operano nello scalo. La scadenza di martedì prossimo è frutto di un lavoro di mesi che io ho inviato nei giorni scorsi al comitato portuale. Se il 24 aprile il Comitato Portuale delibererà – ha concluso Merlo – questo aprirà un processo di profonda trasformazione nella gestione dei bacini di carenaggio”