Cronaca

Genova, in piazza lavoratori di poste e telecomunicazioni: “Riforma del lavoro inaccettabile”

Genova. Oggi a Genova giornata di protesta dei lavoratori di Poste e Telecomunicazioni. Lo stato di agitazione è stato proclamato dalla Cgil contro il disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro presentato dal governo. Contemporaneamente allo sciopero è stata organizzata anche una manifestazione, che vede la presenza di centinaia di persone in piazza, radunatesi e Principe per marciare verso la Prefettura.

Gianni Pastorino segretario generale. “La manifestazione di oggi rientra nell’insieme delle iniziative decise dalla Cgil per contrastare la riforma del mercato del lavoro. Non siamo d’accordo sulla revisione dell’art. 18 e neppure sulla riduzione degli ammortizzatori sociali – spiega Gianni Pastorino, segretario Slc Cgil – Oggi sono coinvolte molte categorie, dai postali alle telecomunicazioni, dai cartografici ai poligrafici e alle fondazioni culturali”.

Dura la critica di Pastorino nei confronti di Poste Italiane. “L’azienda dichiara di essere in crisi, ma in realtà il problema è la gestione, basti pensare alla rottura del sistema informatico, che giorni fa ha mandato tutto in tilt, ma che è stato scelto da loro benché carissimo – conclude – l’azienda, quindi, deve essere rivista completamente dal punto di vista gestionale”.

Nel comparto Poste Italiane è stata proclamata una giornata intera di sciopero, mentre per le aziende del settore delle telecomunicazioni l’iniziativa è di 4 ore all’inizio di ogni turno lavorativo. Ecco alcune delle principali aziende che aderiscono: Rai, Telemar, Fastweb, Vodafone Omnitel n.v., H3g, Telecom Italia, Wind, Ericsson telecomunicazioni, Centro Stampa San Biagio, Amcor, Postel.

“La riforma così come concepita, non solo non riduce le distanze tra giovani e meno giovani, ma rischia di minare completamente le tutele esistenti – dichiara Paolo Diaspro, segretario regionale Failp – Stiamo mettendo in atto manifestazioni per città e categorie, per arrivare poi a uno sciopero generale che dovrebbe comprendere tutte le categorie di lavoro”.

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