Politica

Elezioni Genova, i candidati alzano i toni: ancora scintille sull’Imu

collage manifesti elettorali

Genova. A una settimana dal voto genovese i toni della campagna elettorale sembrano vivacizzarsi di colpo, con un inedito e polemico attacco di Marco Doria sia al candidato sindaco del centrodestra, Pierluigi Vinai sia a quello del Movimento 5 Stelle, Paolo Putti.

Se infatti a tener banco nelle ultime ore sono state più le dichiarazioni dei redditi che gli intenti programmatici per la città, il confronto oggi riprende sui temi programmatici, Imu in primis.

Di solito restio a farsi trascinare nella mischia delle polemiche, questa volta è stato invece lo stesso Doria ad alzare il tiro. La vis polemica del candidato di centrosinistra è scaturita dai manifesti che Pierluigi Vinai ha fatto affiggere in città: “Io sono contro l’Imu”, per cui anche il candidato sindaco della Lega Nord, Edoardo Rixi, aveva polemizzato via Twitter: “perché i suoi allora l’hanno votata in parlamento? Siamo alle comiche”. Altrettando secca la risposta di Vinai: “penso con la mia testa. Non aspetto i partiti, semmai mi seguono”.

Sull’Imu la risposta di Doria è arrivata puntuale durante l’ultimo incontro elettorale: “Sono l’unico candidato che in modo esplicito non esclude di agire sulle aliquote Imu per reperire risorse da destinare ai servizi pubblici. Invece un manifesto indecente è comparso in città del candidato berlusconiano Vinai”. “Questo significa semplicemente spararle piu’ grosse”, ribadisce oggi Doria lanciando un Tweet mattutino.

Stessa accusa di “demagogia”, questa volta sul tema acqua pubblica, per Putti: “ha sottoscritto un documento dei comitati per l’acqua pubblica in cui si impegna a ricomprare le dighe dei bacini artificiali vendute dal Comune anni fa. Come posso impegnarmi a ricomprare delle dighe spendendo milioni di euro quando farò fatica a trovare i milioni di euro indispensabili a tenere in piedi l’Amt” ha detto ancora Doria.

Le ultime cartucce di una campagna elettorale un po’ sottotono arrivano però soprattutto a colpi di comunicati stampa, Tweet e post su Facebook. Enrico Musso prima ha denunciato le 21 case non dichiarate agli elettori (sulla scia di una inchiesta giornalistica) lanciando sul suo sito il gioco virtuale “dorianopoly”, a cui lo stesso Doria ha replicato ieri “tutte falsità, pago le tasse e mi posso permettere di non subire alcuna pressione”. Poi un nuovo fronte: i conti della campagna elettorale di Doria, secondo il candidato del Terzo Polo, non tornano.

“A me hanno chiesto molto più delle modeste cifre da lui indicate. Si tratta di sconti particolari praticati in suo favore, o si è dimenticato anche in questo caso di fare i calcoli esatti? Per essere eletti sindaco, caro Marco Doria, non basta saper fare i marchesi. Bisogna saper fare anche i conti” scrive Musso in una nota.

Da Vinai invece arriva una bordata contro Doria, questa volta sulla gronda: “Irridere, come Doria ha fatto, un’opera pubblica solo per il fatto che ci vorranno alcuni anni per realizzarla, è un grave segnale di irresponsabilità nei confronti delle nuove generazioni”.

Intanto il Partito Italia Nuova (Pin) lotta per modificare la scheda elettorale prevista alle elezioni comunali di Genova. “L’impaginazione grafica ci penalizza”: denuncia il Pin, in una lettera inviata a Prefetto,vice prefetto e direzione servizi elettorali del Comune. “Nella scheda elettorale, il logo del Partito Italia Nuova é stato posizionato nella terza colonna, in ultima posizione, al di sotto della coalizione di 8 liste che appoggiano il candidato Sindaco Marco Doria”, spiega il partito. “Sebbene la posizione del contrassegno rispetti l’ordine di sorteggio – aggiunge – così come previsto dal D.P.R. 132 del 1993, la sua collocazione grafica sulla scheda risulta assai confondibile e promiscua con la coalizione del candidato Marco Doria”.

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