Genova. Don Andrea Gallo va sempre “in direzione ostinata e contraria”. Lo ha ripetuto anche oggi, a margine della presentazione del libro di Maurizio Landini “Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo. La Fiat, il sindacato, la sinistra assente” in un incontro ad hoc alla sala Chiamata di Genova.
“La chiesa deve essere pià chiara e non dire un generico state attenti, facendo discorsi sulla condivisione”, ha detto Don Gallo con palese riferimento alle parole pronunciate ieri dal cardinale Angelo Bagnasco che invitava alla conciliazione sulla riforma del lavoro.
I cristiani, secondo il sacerdote della Comunità di San Benedetto devono saper dire “stiamo con i più colpiti, i cittadini, i disoccupati, i barboni”. E ancora: “la chiesa e le gerarchie che crisi pagano?”. “Un vescovo in Brasile ha scritto sul muro della chiesa: il mondo è diviso tra oppressori e oprressi, prima di entrare in chiesa chiediti tu da che parti stai – ha citato Don Gallo – ebbene questa scelta la chiesa ha il dovere di renderla chiara”.
L’obiettivo è “la giustizia sociale”: “bisogna unirsi, stare tutti compatti, donne e giovani, per dire ‘ci siamo anche noi'”. Perché, ha concluso Don Gallo: “siamo in un mare in tempesta, e io di bussole ne ho tre, la Costituzione della Repubblica, il vangelo, e le canzoni di De Andrè. Voi atei almeno una, la Costituzione”.