Caparezza al 105 Stadium fa il pienone: pubblico di tutte le età

Caparezza

Genova. 105 Stadium di Fiumara in delirio per Caparezza che ha infiammato il caloroso e variegato pubblico (formato da giovani, over ’40 e persino famiglie) con la terza tranche del tour legato all’album “Il sogno eretico”, suo quinto e pluripremiato lavoro uscito nel 2011.

L’artista pugliese attacca lo show, organizzato da Duemilagrandieventi, con “La fine di Gaia”, in cui ironizza sulla fine del mondo: la band trasformata in tribù maya, tra totem e fuochi (e lui, con scettro e copricapo multicolore) danno subito la caratura dello spettacolo, tra rime, siparietti teatrali, citazioni e una importante scenografia ricca di immagini e interpretazioni.

Difficile rimanere fermi e non farsi coinvolgere dai brani in scaletta come “House credibility”, “Kevin Spacey”, “La mia parte intollerante”, “Legalize The Premier”, “Inno verdano”, “La ghigliottina”, “Vengo dalla luna”, “Cacca nello spazio”, “Dagli all’untore”, “Eroe”, “Sogno Eretico”, “Vieni a Ballare in Puglia”, “Abiura di me” – e nel finale – “Goodbye Malinconia”, “Il dito medio di Galileo”, “Cose che non capisco” e “Nell’acqua”, pezzo scritto per il progetto-benefit Rezophonic.

Caparezza passa dall’indossare un improbabile tutù alla drammaturgia Shakespeariana con riferimenti a Otello, Iago e Desdemona; dalle parrucche in stile Rivoluzione Francese ai cappucci rossi come da Inquisizione; dalle tute da astronauta al saio avveniristico coi colori della divisa di Star Trek; dal siparietto che ricorda il programma televisivo “Il miliardario” ai “casta-man” al posto dei “rasta-man”.

Per poi ricordare che i veri eroi, al giorno d’oggi, sono gli operai e i precari che riescono malgrado tutto a mandare avanti una famiglia. Il tutto per quasi due ore di acclamatissima performance per Caparezza e band, salutata nel finale da un interminabile scroscio di applausi.

Foto di Rosa Piserà.

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