Bufera Lega, la procura di Reggio cerca episodi di riciclaggio: indagini sul faccendiere genovese

belsito

Reggio Calabria. L’inchiesta reggina che ha travolto nei giorni scorsi l’ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito ruota intorno agli affari tra l’imprenditore veneto Stefano Bonet e l’esponente genovese del Carroccio: il sospetto della Procura di Reggio, che sta cercando nelle memorie degli hard disk di computer, tablet e cellulari non solo conferme, ma anche ulteriori elementi, è che proprio le operazioni Tanzania e Cipro servissero per “lavare” i soldi della cosca De Stefano.

L’inchiesta reggina, avviata nel 2009 sugli affari al nord della cosca De Stefano e dalla quale sono scaturiti i filoni di Milano e Napoli, punta infatti ad accertare eventuali episodi di riciclaggio.

Le indagini ruotano intorno alla figura di Romolo Girardelli, “l’ammiraglio”, il faccendiere genovese che già dieci anni fa finì nel mirino degli inquirenti perché considerato, per le sue capacità di “monetizzazione di ‘strumenti finanziari atipici’ di illecita provenienza”, un riciclatore dei De Stefano.

Nel corso delle indagini è emerso che Girardelli è socio di Belsito tramite il figlio Alex Girardelli, nella Effebi Immobiliare di Genova. Inoltre è responsabile della sede genovese della Polare dell’imprenditore veneto Stefano Bonet.

Al centro dell’inchiesta reggina c’è anche un giro “alquanto astruso”, di compravendita di macchinari per oltre 11 milioni tra tre società riconducibili a Bonet e della quale Belsito è ritenuto “il reale patrocinatore”.

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