Cronaca

Treni, domenica sciopero regionale dei ferrovieri liguri: “Efficienza non significa tagli”

trenitalia

Genova. “Scioperiamo per un servizio efficiente per tutti i cittadini; efficienza non significa tagli degli organici e tagli di servizi”. Domenica primo aprile in Liguria i lavoratori di RFI che si occupano della circolazione dei treni e della manutenzione della rete e i dipendenti Trenitalia del personale di bordo, della manovra, delle biglietterie e delle squadre antievasione dei treni regionali scioperano otto ore, dalle nove alle diciassette.

Le pesanti carenze tra il personale che si occupa della manutenzione dell’infrastruttura e del movimento dei treni nelle stazioni e lungo la linea ferroviaria non trovano soluzione poiché RFI ha bloccato le assunzioni concordate con le Organizzazioni Sindacali.

A causa della decisione di non effettuare nuovi apporti, RFI sta procedendo a riorganizzazioni unilaterali delle attività, eliminando posti di lavoro strettamente legati all’esercizio, rischiando quindi di procurare pesanti ricadute sulla regolarità della circolazione dei treni in caso di guasti e anormalità.

Nella logica miope del puro contenimento dei costi vengono soppressi molti turni di reperibilità, chiusi posti di presidio e modificate le modalità di presenza durante i fine settimana, come già avvenuto nei giorni delle nevicate quando RFI aveva rifiutato di attivare i turni neve per risparmiare sui pagamenti delle indennità previste dal contratto.

Ciò non potrà che produrre ritardi in caso di malfunzionamenti per l’impossibilità di provvedere con interventi rapidi al ripristino dei guasti.

Sul versante del trasporto regionale Trenitalia ha introdotto un nuovo sistema di gestione degli equipaggi costato diversi milioni che, oltre a presentare problemi di malfunzionamento, viola le norme contrattuali sull’orario di lavoro e genera pesanti sprechi di risorse in termini di ricorso allo straordinario e aumento di spese per camere d’albergo e taxi per l’incremento dei turni con riposo fuori residenza.

Solo grazie all’intervento dei sindacati l’azienda ha permesso alle lavoratrici madri di avere un minimo di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, come previsto dalla legge, poiché a seguito dell’introduzione del nuovo sistema l’azienda non era nemmeno più in grado di assegnare loro alcun turno.

Anche sulle attività di manovra l’azienda rifiuta da tempo di effettuare nuove assunzioni, disattendendo gli accordi territoriali, ipotizzando azioni di riorganizzazione del lavoro mai concordate con le OOSS, riducendo all’osso le squadre dedicate a queste operazioni, imponendo trasferimenti coatti per riequilibrare gli organici sul territorio, presentando turni che non garantirebbero la circolazione puntuale dei treni regionali se venissero attuati così come previsti.

A seguito di accordi sindacali la gestione del personale delle biglietterie prevede il loro utilizzo su base volontaria anche nelle squadre di anti evasione a bordo treno e nelle stazioni, ma le norme che regolamentano il loro orario di lavoro non sono mai state concordate con le organizzazioni sindacali, e nonostante le ripetute richieste la dirigenza non ha fatto altro che rinviare il confronto.

Sia RFi che Trenitalia stanno procedendo ad azioni unilaterali di riorganizzazione dei processi del lavoro, impedendo alle organizzazioni sindacali di svolgere il proprio ruolo, pregiudicando qualsiasi ipotesi di accordo poiché l’unico criterio utilizzato nelle scelte aziendali è il contenimento dei costi, ad iniziare dal mancato riconoscimento di quanto il contratto prevede in termini di trasferta e buoni pasto.

I tagli delle manovre finanziarie hanno pesantemente compromesso il settore e anche il decreto sulle liberalizzazioni, in assenza di una seria politica dei trasporti che stabilisca in modo chiaro qual è il futuro delle aziende del gruppo FS, lascia prevedere tempi molto duri per i lavoratori del ferro.

Le ipotesi di scorporo di RFI da Trenitalia per ora sono solo rinviate, le gare d’appalto per l’assegnazione dei servizi di trasporto regionale alla scadenza dell’attuale contratto di servizio nel 2014 rischiano di svolgersi senza alcuna garanzia in termini di clausola contrattuale per una categoria che, fra l’altro, è in attesa del rinnovo del contratto da oltre tre anni.

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