Tagli, mobilità passiva e tempi di attesa infiniti: le criticità della sanità ligure

Claudio Montaldo

Liguria. Ancora note dolenti per la sanità pubblica ligure. “Dal 2010 la Liguria deve affrontare un costante calo di risorse, per la decisione del Ministero della Salute di modificare i criteri di calcolo del Fondo sanitario nazionale, riducendo il peso della popolazione anziana, che rischia di vanifare i risultati raggiunti con il piano di rientro visto che la Liguria ha il 10% in più di over65 e over75 rispetto alla media nazionale”. Lo ha detto Claudio Montaldo, assessore alla sanità della Liguria, nella sua relazione alla commissione sugli Errori sanitari presieduta da Leoluca Orlando.

“Per la prima volta nel 2010 – ha spiegato Montaldo – una regione ha ricevuto meno risorse dell’anno precedente e, solo grazie alla solidarietà in Conferenza delle Regioni, la riduzione è stata di 20 milioni (la tabella proposta dal Ministero per la Liguria prevedeva -128 mln), e di -18 milioni nel 2011. Dal 2010 il nostro obiettivo è evitare lo sfondamento del tetto del 5% e reperire risorse per ripianare i disavanzi. Per ora siamo riusciti a non appesantire la fiscalità”.

Dal 2010 la Liguria ha cercato di allineare i costi dei servizi a quelli delle regioni più virtuose, fondendo l’ospedale San Martino e l’Ist dando vita a un nuovo Irccs, e chiuso due piccoli ospedali, Recco e l’Ospedale Evangelico Internazionale Oei di Genova. Complessivamente negli anni presi in considerazione il personale è diminuito di circa mille unità, arrivando a 26mila dipendenti. “Restano due criticità – ha aggiunto Montaldo – i tempi di attesa per la specialistica e la mobilità passiva. La mobilità passiva è costituita per il 30% da prestazioni di ortopedia”. Nella relazione di Montaldo, emerge anche che dal 2009 al 2011 sono calati i ricoveri diurni sul totale e gli accessi al pronto soccorso, mentre è aumentato il costo di acquisto dei farmaci di fascia A, saliti da 71 milioni nel 2009 a 93 nel 2011, ed è calato per quelli di fascia C, passati da 2,4 milioni nel 2009 a 532mila euro nel 2011”.

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