Sport

Sport e disabilità, Piredda (Idv): “Alle società virtuose, certificazione e premio a fine anno”

maruska piredda

Genova. Questa mattina in Regione si è tenuta l’ultima seduta dell’VIII commissione Pari opportunità sul tema della partecipazione alle attività sportive da parte dei diversamente abili.

Erano presenti in audizione il difensore civico Francesco Lalla e il vicepresidente vicario del Coni Anna Maria Del Vigo. “In base alle indicazioni emerse in queste tre sedute – spiega Maruska Piredda, consigliere regionale dell’Italia dei Valori e presidente della commissione Pari opportunità – presenterò alla giunta, con i colleghi commissari, un documento condiviso sulle difficoltà e sugli ostacoli nell’integrazione delle persone diversamente abili nel praticare attività sportive. Nella relazione saranno contenute anche le possibili soluzioni alla reale situazione che, non possiamo nasconderlo, impedisce oggi di fatto ai portatori di handicap di fare sport insieme ai normodotati. Davanti alle difficoltà che indubbiamente le società sportive oggi incontrano per mancanza di fondi e carenza delle strutture, occorre intervenire partendo dal principio, ricordato dal difensore civico Lalla e condiviso dalla commissione, che il diritto allo sport è inalienabile”.

Continua la Piredda: “Il Coni ha ribadito la necessità del rispetto delle norme stabilite in merito all’integrazione sportiva da parte di tutte le società. Ha tuttavia evidenziato la propria impossibilità di intervento sulle singole federazioni, oggi di fatto autonome. L’assessore allo Sport Cascino, che ha partecipato alla commissione, ha confermato l’impegno da parte della Regione nel dare maggiori strumenti alle società sportive per poter svolgere le proprie attività. In questo senso, ha annunciato che a breve sarà predisposto un registro delle società sportive virtuose a cui sarà riconosciuta una certificazione, con una premialità a fine anno. Ritengo che questa possa essere la giusta direzione da seguire perché i principi più alti dello sport non restino lettera morta, ma che trovino un’efficace rispondenza nei fatti e diventino strumento di integrazione per i ragazzi con disabilità”.

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