Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, salvo intese, il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. Si tratta, sottolinea Palazzo Chigi in una nota, di una riforma “lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall’Europa, e per questo discussa con le Parti Sociali con l’intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioè di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini”.
Il disegno di legge “è il frutto del confronto con le parti sociali – si legge nel comunicato – Ne emerge una proposta articolata che, una volta a regime, introdurrà cambiamenti importanti”. Il comunicato conferma che il licenziamento per motivi economici in caso di illegittimità del provvedimento prevede “che il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità”.
E, si aggiunge, “particolare attenzione è riservata all’intento di evitare abusi”. Per le controversie in materia di licenziamenti è prevista l’introduzione di un rito procedurale abbreviato che ridurrà ulteriormente i costi indiretti del licenziamento. Il diritto alla reintegrazione nel posto del lavoro sarà disposto dal giudice nel caso di licenziamenti discriminatori o in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare. La riforma del mercato del lavoro preserva gli usi virtuosi degli istituti contrattuali esistenti e limita quelli impropri. Il disegno di legge prevede un fondo di solidarietà per i lavoratori nei settori non coperti dalla cassa integrazione straordinaria e la mini-Aspi, estesa anche ai giovani, per coloro che perdono il lavoro ma non hanno maturato i mesi necessari per accedere all’Aspi normale. Le aziende potranno inoltre stipulare accordi con i sindacati per incentivare l’esodo dei lavoratori anziani. Sono previsti anche il congedo di paternità obbligatorio, quote rosa anche nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni, e lo stop alle dimissioni in bianco per diminuire il divario tra lavoratori e lavoratrici. Il nuovo impianto del mercato delle professioni, evidenzia il comunicato di Palazzo Chigi, attribuisce poi massimo valore all’apprendistato, inteso nelle sue varie formulazioni e platee, che diviene il ‘trampolino di lancio’ verso la maturazione professionale dei lavoratori. A stretto giro le reazioni dei sindacati. Il ddl “sposta in Parlamento il luogo della discussione. Dunque, probabilmente, avremo più ascolto di quanto ne abbiamo avuto finora con il Governo” ha commentato il leader della Uil, Luigi Angeletti. “Intanto il Governo ha deciso un ddl e questa è una buona notizia – ha osservato Raffaele Bonanni, segretario della Cisl – perché avremo tutto il tempo per affrontare il problema. Faremo un’azione di lobbying sul Parlamento perché si trovino soluzioni più vantaggiose per i lavoratori”.
”Noi andremo a una discussione in Parlamento dove si confronteranno preoccupazioni e proposte. Sono convinto che si arriverà ad un risultato di cui si potranno riconoscere meriti e validità” ha detto questa mattina il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ”Era una riforma – prosegue il capo dello Stato – da fare: normalmente ci sono posizioni contrastanti, ma non credo che stiamo aprendo le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell’art. 18. Anche perché bisogna sapere a cosa si riferisce l’art. 18”. Per il presidente della Repubblica, inoltre, ”il problema più drammatico è quello delle aziende che chiudono e dei lavoratori che rischiano di perdere il posto non attraverso l’art. 18 ma attraverso il crollo di determinate attività produttive”. Quindi, ha concluso Napolitano, ”bisogna pensare soprattutto a nuovi investimenti, nuovi sviluppi e nuove iniziative in cui possono trovare sbocco soprattutto i giovani”. Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, la riforma del mercato del lavoro messa a punto dal governo può e deve essere corretta in Parlamento. Dopo avere ricordato che la riforma contiene molti elementi positivi, il leader democratico ha affermato: ”In tutti i decreti arrivati, ovviamente il Parlamento è intervenuto, su tutti ha sempre modificato qualcosa. Io sono sicuro sul fatto che si vorrà ragionare, sennò chiudiamo il Parlamento, ma non so se così i mercati si tranquillizzano. Il Parlamento c’è quindi discuteremo”. Commentando poi le dichiarazioni del presidente della Repubblica, che esclude una valanga di licenziamenti, Bersani ha aggiunto: ”Il Presidente ha detto una cosa saggia, tuttavia bisogna che noi le norme le sorvegliamo”. Intanto il presidente del Senato, Renato Schifani, ha fatto un appello ”ai segretari dei partiti politici che sostengono il governo a impegnarsi affinché il Parlamento sia messo in condizione di arrivare ad un esito definitivo, prima dell’estate, del pacchetto delle riforme del lavoro”. Il presidente del Senato ha ricordato che quella del lavoro ”è una riforma importante per la quale sta lavorando direttamente il premier e il ministro del Lavoro, che si sta molto impegnando. Confido anche che il Parlamento possa contribuire a trovare elementi di sintesi ma tutto si faccia entro tempi ragionevoli perché ci osservano i mercati, l’Europa’