Genova. Secondo Legambiente Liguria, il governo deve prendere atto dell’opposizione ormai decennale degli abitanti della Val Susa a questa opera. Devono essere fermati gli espropri e abbandonata l’idea che le opere infrastrutturali debbano essere accompagnate dalla militarizzazione del territorio per essere realizzate.
Legambiente afferma in una nota: “L’opposizione degli abitanti e dei tanti amministratori degli enti locali è stata utile a non far partire i devastanti lavori, dimostrando una capacità di contestazione pacifica e ferma, per giorni e notti intorno ai cantieri, che condividiamo nei contenuti e nelle forme. La lotta degli abitanti della Val Susa ha valicato i confini geografici della Valle e presidi di solidarietà stanno nascendo in tutta Italia. Una solidarietà trasversale che coinvolge la società civile tutta e che mette in rilievo i limiti di una proposta di sviluppo invasivo legato alle logiche delle grandi opere”.
Legambiente fa sapere: “Una solidarietà che deve raccogliere i frutti migliori delle intelligenti pratiche condotte per opporsi alla tav, i cui ingredienti sono la corretta informazione, la conoscenza e lo studio delle alternative, il dialogo, la capacità di coinvolgere giovani e meno giovani. Per questo vanno condannate le pratiche che non aiutano a creare consenso intorno ai fondati motivi dell’opposizione alla tav, che sfociano in violenze contro i beni pubblici, come in queste ore abbiamo visto in alcune stazioni in tutta Italia, a danni di beni immobili e treni utilizzati quotidianamente da centinaia di lavoratori e studenti”.
“La lotta contro l’Alta Velocità in Val Susa è soprattutto ragionevolezza, determinazione e intelligenza – conclude Legambiente – Per evitare uno scempio ambientale ed uno spreco di denaro pubblico come abbiamo conosciuto nei tempi bui della nostra Repubblica, dai lavori per Italia ’90 per arrivare alle grandi speculazioni edilizie degli ultimi vent’anni. Una ragionevolezza che si deve basare su un approccio duro, radicale, ma sempre inserito nei cardini della civiltà e del rispetto del bene pubblico e comune. La nota di Legambiente Liguria conclude chiedendo che il professor Mario Monti riceva i promotori dell’Appello dei 360 professori che lo hanno invitato a rimettere in discussione in modo trasparente ed oggettivo la Torino-Lione”.