Genova. Dieci anni dopo la discussione della tesi, i laureati italiani guadagnano sempre meno. La media è di 1.600 euro al mese, ma ha raggiunto anche i 1.300 euro se il titolo di studio è d’ambito umanistico. Il triste disegno dell’occupazione dei giovani laureati italiani è redatto da Almalaurea, il consorzio che monitora la situazione degli studenti iscritti nelle varie Università nazionali. Il futuro quindi è sempre più incerto.
Lo sanno bene nella nostra Regione i precari di Ist-San Martino e del Gaslini di Genova, impegnati in questi ultimi tempi nelle lotte per un lavoro più stabile e per combattere contro il mancato investimento nella ricerca.
Tornando al triste quadro nazionale, l’occupazione si aggira intorno al 56.8%, per chi ha conlcuso gli studi con una laurea specialistica, completando i 5 anni, mentre arriva al 68.6% per chi ha deciso d’interrompere ai tre anni. Ovviamente tutto dipende dal titolo conseguito: ingegneri ed economisti sono ancora in cima alle graduatorie occupazionali, mentre fanalino di coda è l’area geo-biologica e la giuridica.
Se poi il confronto bisogna farlo con l’Europa, la situazione peggiora: l’Italia è l’unico Paese che nel complesso degli occupati ha perso punti per quanto riguarda quelle categorie più formate come i laureati.