Genova. Alzare le tasse o ridurle al minimo. Una scelta difficile, specie con l’approssimarsi della campagna elettorale per eleggere il nuovo sindaco di Genova. Perchè, complici le strette di bilancio, si pone il problema di bilanciarsi tra il rigore ed il consenso.
L’Imu, l’imposta sulla casa introdotta dal Governo Monti solo qualche mese fa, è il palcoscenico su cui si misurano in queste ore le tensioni e gli scontri nel mondo della politica.
Da una parte la giunta Vincenzi che discute di alzare l’aliquota dal 4 al 5 per mille, ma è tentata di lasciare la decisione in eredità alla maggioranza che verrà. Oggi se ne parlerà durante un vertice che si preannuncia teso e, secondo molti, sceglierà di non decidere, almeno per il momento.
Dall’altra la Lega Nord che proprio su questo tema sferra il suo affondo. E’ infatti in arrivo una mozione a Palazzo Tursi che, se approvata, impegnerà la giunta “a condannare l’intervento del Governo Monti che ha reintrodotto – sotto mentite spoglie – l’Ici sulla prima casa. Ma soprattutto “a definire le aliquote in modo tale da ridurre al minimo la tassazione sui cittadini”.
Il contrario, insomma, di quello di cui si parla nel centrosinistra. “Circa il 90% delle famiglie nel nostro Paese – spiega la Lega – sono proprietarie dell’immobile in cui abitano e fin dalla sua istituzione l’Ici, vera e propria imposizione patrimoniale sulla prima casa, è stata vista come un tributo ingiusto perché colpiva, direttamente, un bene primario”.
“La crisi economica – conclude il Carroccio genovese – ha colpito profondamente le famiglie e le imprese, gravare le famiglie di questa nuova Imu, in un momento di così grande difficoltà, non aiuta la ripresa economica ma comporterà una contrazione, ancora più forte, dei consumi”.