Politica

Giunta, moschea e sviluppo economico: il masterplan di Pierluigi Vinai per la Genova del dopo Vincenzi

pierluigi vinai

Genova. “Lo sviluppo o la decrescita, su questo bisogna votare”. Pierluigi Vinai, candidato indipendente appoggiato da liste civiche e Pdl, entra nel pieno della campagna elettorale delineando punto per punto la sua corsa alla poltrona di sindaco, una scelta “di servizio”, come tiene a sottolineare. Con un netto rifiuto per il toto giunta. Non farà i nomi di ipotetici assessori “né dirò prima se saranno tecnici o politici. Non è scritto nella bibbia che debbano essere bravi solo i tecnici, capisco che Musso è professore, ma ha anche usufruito molto della politica e dovrebbe capire che non tutta la politica è da buttare via”.

In caso fosse eletto sindaco, il criterio per scegliere la sua giunta sarà dunque “meritocratico: prima di tutto bisogna vedere chi nella lista avrà avuto la capacità di procurarsi il consenso dei cittadini”. Chi prenderà i voti, cioè, potrà essere premiato, “naturalmente se in possesso di competenze e nell’assessorato dove ha le competenze”.

La campagna di Vinai sindaco è partita: due camper e una serie di incontri ad hoc per “ascoltare e prendere appunti”. Già fatti, l’imam di Genova, il console e i lavoratori della Culmv, e a breve, invece, il presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo.

“Sto facendo una serie di incontri, il mio obiettivo è costruire un programma realmente efficace, concreto e utile per la città”.

Dopo l’alzata di scudi di alcuni esponenti Pdl proprio sull’incontro con l’Imam, Vinai smorza i toni “le polemiche sono già rientrate. Per altro esponenti del Comitato anti moschea del Lagaccio fanno già parte dei nostri uffici elettorali, conosco bene la loro posizione e comunque, certo, li incontrerò”.

La costruzione della moschea molto probabilmente passerà nelle mani della nuova giunta a meno di improbabili colpi di scena a Tursi.

“In paradiso, a dispetto dei santi non si può andare – commenta Vinai – se la comunità del Lagaccio è così ostile, forse bisogna trovare un altro luogo tenendo conto che la comunità musulmana ora si sente presa in giro”. Il riferimento è al girotondo di rinvii che hanno portato all’attuale stallo, dalla pratica urbanistica per Coronata al sito del Lagaccio.

Questa la sintesi dell’incontro con l’Imam nei giorni scorsi. “Parliamo di 12 mila islamici di cui mille cittadini italiani, mi è sembrato doveroso incontrarli, se questo ha dato fastidio ad alcuni mi dispisce, ma la polemica è già finita”. Detto ciò “una soluzione bisogna trovarla, hanno diritto a costruirla, anche se, mi permetto, non mi sembra il problema numero uno a Genova”.

Lo è invece il lavoro “la priorità che ci siamo dati. Questa città, se non genera opportunità è morta”, sottolinea Vinai. Il disegno dello sviluppo non può prescindere dal porto. “Genova è città porto, è la nostra storia, non possiamo non pensare a migliorare questa realtà. Per questo ho voluto ascoltare i lavoratori della Culmv da cui ho preso molti appunti e per questo andrò anche da Merlo. Dobbiamo investire e far tornare le aziende”. Come? “Partendo ad esempio dalla burocrazia, quella comunale va snellita”.

Vinai cita il 1982 e il grande abbandono della Elah. “Dopo abbiamo assistito solo ad abbandoni – ricorda e attacca Doria – la teologia della decrescita non porta da nessuna parte se non alla morte. Io invece voglio dare speranza ai miei quattro figli, se vorranno andarsene da Genova vorrei lo facessero per scelta e non per necessità”.

Tornando al presente, l’approvazione del bilancio di previsione per il 2012 sarà rimandata, e Vinai non lesina critica pesanti. “Ventidue anni che governano ininterrottamente e il risultato è questo: lasciano un bilancio da approvare a una nuova amministrazione, una cosa mai vista, non ci sono parole”. Poi l’affondo al suo avversario: “Doria ha mollato il Pd, la sua posizione non è sostenuta dalla maggioranza, è andato oltre”. Inoltre “Pd e Idv la pensano diversamente, e questo è un ulteriore loro problema. Se questi sono coloro che ci devono amministrare per i prossimi cinque anni, mi preoccupo e non poco”, conclude Vinai.

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