Festa della donna, mimosa ‘insidia’ per 7-8% degli italiani con pollinosi

mimosa

E’ gialla, profumata e domani sarà in bella vista in molte stanza. Ma la mimosa, classico omaggio alle donne in occasione dell’8 marzo, rischia di rivelarsi un’insidia per il 7-10% di italiani afflitti da pollinosi.

“A causare i fastidi non è il polline della mimosa, molto grande e che raramente causa una sensibilizzazione: il problema è che questa pianta spesso trasporta su di sé i ben più piccoli e fastidiosi pollini di cipresso, betulla e nocciolo. Insomma, fa da vettore a microscopiche insidie”.

Lo spiega all’Adnkronos Salute Domenico Schiavino, direttore del Servizio di Allergologia del Policlinico Gemelli di Roma. “Quando facciamo le prove allergologiche, la mimosa non appare quasi mai come colpevole. Ben più diffuse sono invece le allergie a cipresso e betulla: i fastidi per i pazienti iniziano in questo periodo e si protraggono fino a giugno. Mentre ai primi posti” nella classifica delle piante allergizzanti “troviamo le graminacee e la parietaria. Quest’anno la stagione dell’impollinazione, bloccata dalle nevicate di febbraio, è ripresa adesso con grande forza e abbondanza. Per questo – dice il medico – gli allergici ne stanno risentendo”.

Se l’odore intenso può causare fastidi a chi ha un’ipersensibilità alla mimosa (anche senza allergia), quali sono i fiori più insidiosi per i veri allergici? “Suggerisco di fare attenzione alle composite come la margherita selvatica, che può dare fastidio specie nei mesi più caldi, e a piante come assenzio e ambrosia. Nessun problema, invece, con rose e tulipani, che sono più sicuri dal punto di vista di chi soffre di pollinosi. Ma attenzione all”effetto Proust’: il celebre scrittore, infatti – spiega Schiavino – soffriva di un’allergia primaverile che aveva associato con le rose. Ebbene, anche in inverno gli bastava entrare in una stanza in cui un pittore stava dipingendo delle rose, per avere un broncospasmo”. Insomma, cautela con i pollini, ma senza lasciarsi suggestionare.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.