Genova. “C’è grande fiducia dei liguri nel sistema cooperativo, con livelli d’adesione che ci hanno stupito, superiori a quanto gli italiani in media dimostrano d’avere”. Con queste parole Gianluigi Granero, presidente Legacoop Liguria, comunica i dati delle analisi sul ruolo assegnato alle cooperative dai liguri, presentata oggi nella sede di Via XX Settembre.
Granero continua: “Gli elementi che i liguri si aspettano dalle cooperative sono principalmente due: il lavoro sicuro, perché ora stanno cercando stabilità e sicurezza, e un investimento maggiore nei confronti dei giovani”. Se nei manager delle imprese di capitale ripone infatti fiducia poco più di un terzo della popolazione ligure (38%), per i dirigenti delle cooperative il quadro è diverso: quasi il 60% della popolazione ligure ha un giudizio positivo. Il quadro di difficoltà e crisi, in cui versa la Liguria, ben si evidenzia nell’agenda delle funzioni prioritarie assegnate alle cooperative: in primis creare nuovo lavoro. È la priorità assoluta per il 37% dei cittadini. Le altre tematiche sono: lavorare per rafforzare il ruolo delle cooperative come calmieratori del mercato (26%) e avvantaggiare i propri soci (26%).
Chi sono le persone che vogliono aprire una cooperativa? La parola a Enzo Risso, direttore SWG: “Sono circa 50.000 i liguri che sarebbero interessati a creare una cooperativa, il che vuol dire circa il 4%. Di questi, la maggior parte sono donne, con un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, ma c’è anche una fetta di lavoratori dipendenti, oltre all’alta percentuale di giovani disoccupati che potrebbe essere interessata”.
“La cooperativa si sta ponendo come nuovo modello per fare impresa – conclude Risso – visto che il modo di fare impresa di capitale in questi anni ha portato alla crisi”.
“Le cooperative – gli fa eco Granero – non vengono più viste soltanto come realtà rivolte soprattutto alla solidarietà ed al sociale, ma come dei veri e propri “incubatori di business”, come una possibile via d’uscita alla staticità dell’attuale andamento economico-finanziario. E’ una sfida importante ed ardua nella quale Legacoop si candida ad essere protagonista”.
Liguria. In Liguria le cooperative sono percepite come dinamiche e migliori delle imprese di capitale (74% di fiducia contro il 46%). Alta anche l’aspettativa nei dirigenti cooperativi, rispetto ai manager (59% contro 38%). Le imprese cooperative piacciono ai liguri (come del resto agli italiani). Due terzi della popolazione nazionale e di quella ligure ha fiducia nelle imprese cooperative, mentre appare molto più diffidente verso le imprese di capitale. Il raffronto è netto. Il 46% dei liguri (più basso di 2 punti percentuali rispetto al dato nazionale) afferma di avere fiducia nelle imprese di capitale, mentre il 74% si riconosce nelle cooperative.
La buona immagine delle cooperative si estende anche ai dirigenti. Se nei manager delle imprese di capitale ripone fiducia poco più di un terzo della popolazione ligure (38%), per i dirigenti delle cooperative il quadro è diverso: quasi il 60% della popolazione ligure ha un giudizio positivo. Il quadro di difficoltà e crisi, in cui versa la Liguria, ben si evidenzia nell’agenda delle funzioni prioritarie assegnate alle cooperative: in primis creare nuovo lavoro. È la priorità assoluta per il 37% dei cittadini. Le altre tematiche sono: lavorare per rafforzare il ruolo delle cooperative come calmieratori del mercato (26%) e avvantaggiare i propri soci (26%).
Questo è il quadro che emerge da un’indagine realizzata da SWG (società di sondaggi e ricerche sociali di Trieste) per conto di Legacoop Liguria. La ricerca è stata realizzata su un campione di 800 cittadini liguri nel 2011. L’immagine positiva delle imprese cooperative liguri è sostenuta anche da un’altra percezione: le cooperative, secondo i liguri, sono soggetti economici dinamici, con un forte progetto imprenditoriale (67%). Un dato che è di ben 12 punti percentuali superiore a quello nazionale.
Il buon giudizio sulle imprese cooperative, inoltre, ha effetti diretti sulla propensione dei liguri verso questo modello d’impresa. Il 44% dei liguri afferma, infatti, che, nell’ipotesi di dar vita a una propria impresa, opterebbe per la forma cooperativa. Dato decisamente superiore rispetto alla media nazionale (che si ferma al 35%). Di questo 44% (che è una propensione generica), circa il 4%, della popolazione maggiorenne e non pensionata, ha una spinta reale e forte a mettere in piedi una cooperativa. In termini assoluti questa propensione coinvolge circa 50.000 potenziali nuovi cooperatori. Si tratta per lo più di donne (due terzi), di persone di età compresa tra i 35 e i 44 anni e di soggetti sparsi in modo più o meno equo nelle 4 province. Molti sono lavoratori dipendenti, ma non manca una quota significativa di disoccupati (1 su 4).
Il motivo per cui le persone preferiscono la forma dell’impresa cooperativa rispetto a quella dell’impresa di capitale è legato a un tema, tutto post moderno, della qualità del lavoro, del benessere organizzativo e del clima interno al mondo del lavoro. Le cooperative sono percepite, dai liguri, come realtà imprenditoriali in cui conta il benessere delle persone e non solo il profitto e in cui c’è un clima interno collaborativo e non padronale.
“In una regione, la Liguria – sottolinea il presidente di Legacoop Liguria, Gianluigi Granero- che subisce, in modo particolare, le difficoltà accentuate dalla recessione, le imprese cooperative, dicono con chiarezza i dati oggi presentati, guadagnano favore perché delineano una risposta concreta al bisogno di nuove formule ed opportunità di mercato e di lavoro. C’è grande fiducia dei liguri nel sistema cooperativo, con livelli d’adesione che ci hanno stupito, superiori a quanto gli italiani in media dimostrano d’avere. Gli elementi che i liguri si aspettano dalle cooperative sono principalmente due: il lavoro sicuro, perché ora stanno cercando stabilità e sicurezza, e un investimento maggiore nei confronti dei giovani”.
“Non vengono più viste – conclude Granero – soltanto come realtà rivolte soprattutto alla solidarietà ed al sociale ma come dei veri e propri “incubatori di business”, come una possibile via d’uscita alla staticità dell’attuale andamento economico-finanziario. E’ una sfida importante ed ardua nella quale Legacoop si candida ad essere protagonista”.