Cronaca

Carceri, Sarno (Uil) : “Si affronti il disagio delle donne e si metta fine al dramma dei bimbi detenuti”

cella carcere

Liguria. “Celebrare l’8 Marzo all’interno del sistema penitenziario significa recuperare il senso vero della ricorrenza. Perché le appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, ma più in generale tutte le operatrici penitenziarie, hanno molte buone ragioni per ricordare, nel giorno dedicato all’universo donna, il disagio e la fatica che deriva dalle gravi ed infamanti condizioni di lavoro cui sono costrette ad operare. Nonostante ciò non risparmiano impegno, dedizione, professionalità, sensibilità, e umanità nell’assolvimento quotidiano delle loro funzioni. Le nostre donne rappresentano, senza alcun dubbio, un esempio per tutto il mondo del lavoro”.

Queste le parole che Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Penitenziari, ha rivolto, in occasione dell’8 Marzo, a tutte le donne che operano nell’ambito degli istituti penitenziari.

“Non possiamo non auspicare che la questione delle condizioni di lavoro delle donne nei nostri istituti penitenziari possa essere considerata una priorità assoluta dagli attuali vertici dipartimentali, soprattutto per quanto concerne le donne della polizia penitenziaria. Il contingente femminile dei baschi blu – sottolinea il segretario della UIL Penitenziari – assomma a circa 3600 unità, molte delle quali in età anagrafica che supera i 50 anni. Tra l’altro la, già esigua, dotazione organica viene aggravata dalle circa 500 unità distratte dai compiti d’istituto per essere impiegate in sedi amministrative quali Provveditorati, Dipartimento, Ministero, ecc. L’impossibilità di garantire sufficiente operatività ed adeguati standard di sicurezza all’interno delle sezioni femminili è una delle tante criticità che investono il Corpo, che occorre affrontare con serietà e competenza ma con urgenza”.

Nel sottolineare come circa il 60% dei Dirigenti Penitenziari sia costituito da donne, il Segretario Generale della Uil Penitenziari ricorda anche l’annosa questione dei bimbi detenuti con le proprie madri.

“Non è possibile, in una giornata dedicata alle donne, dimenticare la questione delle detenute madri o meglio dei bimbi detenuti. La presenza di 55 bambini, al di sotto dei tre anni, presenti nelle nostre prigioni continua ad essere una piaga nell’anima ed una offesa al senso civico. Voglio ardentemente sperare che la politica, i politici, i tecnici e gli amministratori vogliano e sappiano risolvere questo dramma. La strada da seguire è certamente quella dell’ICAM di Milano, dove – ricorda Eugenio Sarno – le detenute madri hanno accesso ad una struttura esterna al carcere, in ambienti più consoni ad ospitare bambini. Questa dovrebbe essere la regola. Purtroppo continua ad essere l’unica eccezione. Faccio, quindi, appello ai Sindaci ed ai Presidenti delle Province di Torino, Bari, Venezia, Roma, Avellino, Lecce, Genova ed in tutte le realtà dove si trovano carceri con annessi asili nido di mettere in campo ogni sforzo perché in sinergia con l’Amministrazione Penitenziaria e il mondo del volontariato possano essere individuate strutture esterne alle carceri dove ospitare le detenute madri ed evitare una ingiusta, quanto inconcepibile, detenzione a bimbi che non hanno alcuna colpa e non hanno commesso alcun reato”.

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