Genova. Non ci sono indagati per ora ma gli accertamenti della Guardia di Finanza sugli aumenti del prezzo della benzina proseguono e riguardano anche Genova.
Le indagini sono scattate ieri su ordine della Procura della Repubblica di Varese, nelle sedi delle principali dieci compagnie nazionali e internazionali, a Roma, Genova e Milano. L’ipotesi che stanno verificando gli inquirenti, formulata a partire da un esposto del Codacons, è che le societa’ petrolifere stiano approfittando degli innalzamenti per aumentare indebitamente anche i margini di guadagno grazie ad accordi tra le diverse aziende.
Durante gli accertamenti sono stati acquisiti molti registri contabili che ora verranno verificati uno aduno. Al momento, pero’, gli inquirenti hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per ‘manovre speculative di merce’ senza iscrivere nessuno nel registro degli indagati. Le societa’ hanno ora tempo dieci giorni per produrre il resto della documentazione richiesta.
Ssecondo l’orientamento della magistratura le aziende petrolifere che operano sul territorio nazionale sono state considerate non come aziende private ma come “soggetti incaricati di pubblico servizio”.
Proprio oggi intanto il Centro studi di Confindustria ha lanciato l’ennesimo allarme sul caro-benzina (+18,0% annuo a febbraio, +54,1% dal minimo di inizio 2009) e sulla conseguente recessione dei consumi, che registrano una flessione di quasi l’11% da inizio 2007.
Il Codacons ha chiesto “di estendere l’indagine anche nei confronti dello Stato italiano, che grazie ai rincari dei carburanti incassa 20 milioni di euro al mese per ogni centesimo di aumento alla pompa” e ha sottolineato come procura e guardia di finanza hanno “finalmente confermato la tesi che i carburanti vanno assimilati a beni di prima necessita’, e il cui andamento dei prezzi al dettaglio dev’essere estremamente chiaro e trasparente”.