Cronaca

Ventenne annegato a Loano, il Bfly rompe il silenzio: “Gli amici se ne sono andati con la sua giacca”

blyfly

Loano. Nicolò Delladio, il ragazzo 20enne di Calice Ligure trovato cadavere su una banchina del porto di Loano dopo una serata trascorsa al Bfly, è morto per annegamento, come confermato dall’autopsia nei giorni scorsi.

La giacca l’aveva lasciata nell’auto degli amici i quali, a fine nottata, se ne sono tornati a casa. Alcuni di loro si sono ripresentati la mattina dopo in discoteca, chiedendo notizie, domandando: “Avete trovato qualcuno in bagno?”.
In maniche di camicia con il vento a quaranta nodi e la temperatura intorno allo zero termico: così Nicolò Delladio si aggirava sul pontile negli istanti che ne hanno preceduto la caduta in acqua e l’annegamento nello specchio di mare del porto turistico loanese.

Max Serafino, direttore del Bfly dell’imprenditore Marco Zeffirino Belloni, ricostruisce l’episodio e risponde alle critiche che sono arrivate anche al locale notturno: “E’ sceso per le scale del porto e non attraverso il percorso che i clienti usano per la discoteca, scale che, come in ogni area portuale, sono per legge aperte. Dalle immagini delle nostre telecamere di sorveglianza si vede che si accascia da solo sul pontile. Fatalità vuole che nessun dipendente passasse lì vicino per notarlo e gli stessi dipendenti non hanno potuto vederlo alla chiusura, essendo usciti dalla porta del personale. A tarda serata l’ho incrociato vicino al guardaroba in camicia e gli ho chiesto se voleva ritirare la giacca. Mi ha risposto che ce l’aveva nell’auto dei suoi amici. Camminava e parlava al telefono, cercava i suoi amici. Suoi amici che se ne sono andati via portandosi dietro, in macchina, la sua giacca”.

“A chi ci critica dico: credete davvero che se qualcuno, fra tutti noi, potesse tornare indietro non cambierebbe le cose? Magari obbligando Nicolò a rimanere dentro anche contro la sua volontà, mentre il suo desiderio era andare dai suoi amici pensando fossero nel parcheggio ad aspettarlo? Credete che se voi avreste potuto immaginare tutto questo non lo avreste impedito? Pensate che se i suoi amici lo avessero previsto, avrebbero fatto l’errore di lasciarlo solo e senza giacca? E ancora, credete che se Nicolò l’avesse saputo, avrebbe vagato a cercare i suoi amici in giro per il porto? Niente poteva presagire tutto questo” osserva il direttore del Bfly.

“Il locale – prosegue Serafino – è al secondo piano di una struttura che si trova vicino all’acqua e il piano banchina non ha protezioni, come tra l’altro succede in tutti i porti turistici. Chi ci critica crede davvero sia l’unica discoteca così vicino all’acqua? Si è ancora dell’idea che i locali del porto antico di Genova, dei murazzi di Torino, le discoteche di Porto Cervo, la darsena di Savona, quelli sul porto di Alassio, tutti quelli sulle passeggiate e molti altri ancora in prossimità di fiumi, laghi e mari siano tanto diversi, in termini di sicurezza, dal nostro. Si chiama tragedia, si chiama fatalità, perché nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginarlo e perché nessuno di noi avrebbe mai voluto che accadesse”.

Il Bfly continuerà a rimanere chiuso giovedì 9, venerdì 10 e sabato 11 febbraio in segno di lutto. “A volte lo spettacolo non deve andare avanti, ma deve sapersi fermare” ripetono i pr della discoteca loanese. “Mi commuovo ancora in prima persona se rivedo mentalmente le immagini delle registrazioni – dice Max Serafino – Purtroppo per me, sono stato la prima persona che ha accolto gli amici la mattina dopo e che insieme a loro ha iniziato a ricostruire tutti gli ultimi sfortunatissimi movimenti di Nicolò grazie alle registrazioni delle varie telecamere sparse per tutta la struttura e sono stato la prima persona che, insieme a loro, e successivamente insieme alle forze dell’ordine, ha collaborato affinché fosse fatta chiarezza sull’accaduto”.

Anche le indagini confermano che si è trattato di una sciagura accidentale. Il ventenne di Calice quella notte, stava male, ma nessuno se ne è reso pienamente conto. In un attimo è finito in mare, per essere ritrovato senza vita quindici ore dopo presso la banchina della Marina di Loano.

Serafino punta il dito contro le scalette della passeggiata: “Le chiuderemo, sbarreremo il passaggio. Non ci importa che i vigili ci faranno la multa: pagheremo la sanzione, sì, ma chiuderemo quelle scale”. “Per legge noi non possiamo intervenire e dobbiamo tenerle aperte e infatti non è il percorso che si usa per il locale. Ma le chiuderemo” conclude.

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