Chiavari. “Vogliamo il trasferimento dell’azienda, non possiamo essere mortificati da un tecnicismo di palazzo che si dimentica di 400 famiglie”. La sferzata dei sindacati uniti, Fiom, Fim e Uilm, è chiara: Lames ha bisogno di risposte chiare, in tempi certi e rapidi, altrimenti la seconda azienda del Tigullio si trasferirà non più da Chiavari a Cicagna come doveva essere da 3 anni a questa parte, ma direttamente in Serbia.
Il paradosso, oltre alla giurassica lentezza burocratica, è duplice: l’azienda è sana e in espansione e non vorrebbe, di fatto, spostarsi oltre Adriatico, se non costretta dopo l’ennesimo rinvio. La chiamata dei sindacati ha spostato lo stallo direttamente in Regione. L’incontro “dopo un inizio vivace” è stato a detta degli stessi rappresentanti “produttivo”.
“Ora sarà compito del Comune di Chiavari convocare i tecnici di Provincia e Sovrintendenza e azienda, per definire le problematiche ormai sorte, ma comunque superabili – spiega Sergio Ghio, Fiom Tigullio – dall’altra parte la Regione dovrà seguire l’iter della Valutazione d’Impatto Ambientale depositata il 15 febbraio”. Sessanta giorni di tempo e poi “ci riconvocheranno a fine marzo per fare il punto della situazione”. La volontà è una: “salvare i 400 posti di lavoro con un progetto che, tenendo conto, delle problematiche tecniche, consenta finalmente il trasferimento a Cicagna”.
Le soluzioni “tecniche e politiche” dovrebbero quindi arrivare entro la fine di marzo. Ma il condizionale è d’obbligo “perchè sembra ci siano troppi intoppi e una battaglia politica che non fa bene ai lavoratori – rincara Omar Di Tullio, Fim Cisl – siamo sempre pronti per eventuali iniziative se si palesasse il rischio di perdere la Lames, un’azienda che vuole rimanere nel Tigullio e sarebbe paradossale perderla per le non scelte della politica”. Sarebbe come “darsi delle martellate sui piedi. Chiediamo scelte rapide e il coordinamento entro fine marzo. Siamo già in ritardo, in estate dovevano già iniziare i lavori, invece andremo oltre il 2013”.
La chiamata è per gli Enti coinvolti: in ballo la sorte di 400 lavoratori e di altri 400 dell’indotto nel Tigullio. “Se pensiamo a tutti i problemi del territorio ci rendiamo conto di cosa significhi perdere la fabbrica per colpa della tempistica che la politica ha dimenticato – spiega ancora Mauro Rinotti, Uilm – dal 2001 l’azienda chiede altri spazi per fare nuove assunzioni per il carico di lavoro anche internazionali”. La Lames “è una risorsa che non ci possiamo permettere di perdere”. Per questo le organizzazioni sindacali hanno premuto il piede sull’accellerazione e hanno fatto pressione a Regione, Provincia e soprattutto i Comuni interessati.
“Loro hanno la responsabilità di far camminare la macchina per mettere sul tavolo la relazione dei tecnici. Aldilà dei progetti che a noi interessano fino a un certo punto, noi vogliamo il trasferimento dell’azienda, non possiamo essere mortificati da un tecnicismo di palazzo che si dimentica di 400 famiglie. E più del 50% dei lavoratori è manodopera femminile”, conclude Rinotti.