Genova. Un termine più congruo per la migliore gestione di tutte le casistiche legate al naufragio della Costa Concordia e rientranti nell’accordo siglato con le Associazioni dei Consumatori il 27 gennaio scorso. Ecco la proposta condivisa da Costa Crociere che, nell’ottica di offrire ai propri ospiti un periodo di tempo più consono per valutare con la dovuta serenità la proposta di compensazione già comunicata, ha prorogato di 45 giorni il termine per accettare l’indennizzo.
“La possibilità di aderire agli 11 mila euro di indennizzo, più 3 mila di rimborso spese, è stata prorogata al 31 marzo. Il 30% dei passeggeri ha già aderito e chi vorrà farlo ha ancora tempo – spiega Furio Truzzi, presidente Assoutenti – Non solo; abbiamo anche ottenuto un tavolo genovese di conciliazione per esaminare i casi particolari. Un accordo che ha portato già 2 mila rimborsi e 800 risarcimenti su un totale di 3 mila passeggeri aventi diritto. Un percorso a parte, naturalmente, è riservato ai 206 passeggeri o deceduti, o scomparsi o che hanno avuto lesioni”.
Il rimborso arriva in 7 giorni dall’accettazione della liberatoria. “Come sempre i più precisi sono i turisti tedeschi, svizzeri e austriaci, ma anche un buon 25% degli italiani ha già sottoscritto il risarcimento – continua Truzzi – sono pervenute altre 200 domande e abbiamo circa 400 richieste fatte da singoli avvocati ai quali verrà offerto questo pacchetto di proposte”.
Alcuni passeggeri, ad esempio, quelli che hanno deciso di fare una class action per un maggiore risarcimento, non sono intenzionati ad aderire all’accordo. “Ogni passeggero è libero di esercitare i suoi diritti come vuole, andando a Miami al tribunale di Marte o dove vuole, noi però operiamo in Italia perché Costa è un’azienda genovese, che ha dato dimostrazioni di serietà – conclude Truzzi – Mi permetto di informare che la legislazione italiana ha appena chiuso un processo storico, quello di Eternit, in cui i familiari delle vittime morte per amianto hanno ottenuto risarcimenti compresi tra i 16 e i 30 mila. Quindi meglio 11 mila maledetti euro subito o un punto interrogativo dopo più di 20 anni di attesa?”.