Genova. Sì alla istituzione del “Registro delle unioni civili”: si allarga il dibattito intorno alla “petizione informale” lanciata dai consiglieri regionali Matteo Rossi e Alessandro Benzi sull’adozione a Genova del registro. Secondo Arcigay Genova l’Approdo “si tratterebbe di un atto politico di grande valore civile che attesterebbe il riconoscimento politico delle istituzioni cittadine per tutte le coppie conviventi e sottintende un forte invito al legislatore nazionale alla regolamentazione e al riconoscimento delle unioni, anche sulla scorta del monito della sentenza della Corte Costituzionale 138/2010.
Non ci nascondiamo, tuttavia, che il ‘Registro’ in oggi è uno strumento privo di conseguenze pratiche e giuridiche sul vissuto quotidiano dei cittadini.
Consapevoli della necessità di dare risposte concrete e immediate ai bisogni delle coppie conviventi, LGBT e non, chiede con forza anche la previa o contestuale introduzione dell’attestato anagrafico, vigente in alcuni comuni d’Italia e previsto dal DPR 223/1989.
Si tratta di un documento rilasciato dall’Ufficiale di Stato Civile che, contrariamente ai “Registri delle Unioni Civili”, ha valore legale di certificazione della convivenza per “motivi affettivi” diversi dal legame di parentela con incontestabili ricadute di carattere pratico e giuridico. Per l’istituzione dello stesso è sufficiente una delibera della Giunta comunale, adottabile in tempi brevissimi.
“Nessuno di questi strumenti può surrogare il diritto al matrimonio che affermiamo e invochiamo – conclude Ostilia Mulas Ostilia Mulas, presidente Arcigay Arcilesbica Genova – ma costituiscono comunque una risposta concreta alle impellenze della vita di tutti i giorni dei cittadini LGBT e al loro diritto al riconoscimento dei legami affettivi”.