Politica

Primarie Genova, ultimo dibattito pubblico tra i 5 candidati: domenica la parola ai cittadini

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Genova. Si è svolta ieri sera la sfida pubblica finale tra i cinque candidati in lizza per le primarie del centrosinistra, che ancora, però, non ha chiarito chi potrà prevalere domenica, quando parte dei genovesi sceglierà il proprio contendente per le elezioni di primavera.

L’ultimo confronto tra i cinque (al circolo ricreativo dei lavoratori del porto) è durato due ore davanti a circa 300 persone e in diretta radio e tv. Gli applausi se li sono divisi la sindaco uscente Marta Vincenzi (Pd) e il docente universitario Marco Doria, indipendente sostenuto da Sel, seguiti dalla senatrice Roberta Pinotti (Pd), che aveva però i sostenitori ad attenderla altrove ha detto. Hanno scaldato meno il pubblico Angela Burlando, ex poliziotto candidata dal Psi, e Andrea Sassano, indipendente.

Domande uguali per tutti ha deciso il comitato per le primarie. La sindaco ha avuto applausi per le cose fatte e impostate – infrastrutture, moschea – e le battaglie da completare – coesione sociale -, Doria per la lotta a diseguaglianze sociali e per i diritti, anche di culto. Pinotti ha spiegato strategie per attirare in città capitali e risorse. Le due candidate del Pd partono favorite, ma dal testa a testa potrebbe spuntare l’outsider Doria, con cui Sel vorrebbe ripetere le sorprese di Milano e Cagliari.

Le strategie dei cinque candidati per governare Genova con le scarse risorse lasciate dalla crisi sono simili, ma non uguali. Sassano non metterà tasse ma darà la caccia agli evasori con la Guardia di Finanza e una task force comunale, cercando di imporre con altri sindaci al Governo la revisione del patto di stabilità per la spesa sociale. Anche Pinotti è per la revisione del patto “che vincola anche i comuni virtuosi”, ma vuole valutare con tutte le parti sociali quali servizi pubblici siano più essenziali, per capire poi dove ricavare utili con un riordinamento delle società partecipate. Vincenzi non tasserà la prima casa ma discuterà con il Governo la quota che resta dalla seconda casa per avere più risorse locali. Cercherà più capitali privati per le partecipate e venderà il patrimonio non strategico tenendo sicuramente gli alloggi.

Burlando vuole ridurre le consulenze, valorizzare il patrimonio, scovare i portoghesi sui mezzi pubblici e preservare i servizi sociali. Doria vuole ridurre le diseguaglianze spingendo i comuni alla battaglia per spostare ad esempio le spese per le armi sul sociale. Vuole anche lottare contro evasione e sprechi e difendere i servizi essenziali dalle pressioni del mercato. Ai candidati è stato chiesto come salvare Amt dal fallimento.

Pinotti ha indicato la strada di una agenzia regionale, Vincenzi sinergie gomma-ferro, senza aumenti tariffari e tagli di organico, e con “necessari” fondi statali, Burlando su una sinergia tra Regione e Comune, Doria invoca fondi pubblici per un servizio essenziale che non può sottostare alle regole di mercato. Sassano indica strategie per aumentare passeggeri e viaggi come tariffe variabili secondo le distanze. Le priorità dei candidati sono diverse: per Burlando lavoro, trasporto pubblico e sicurezza, per Doria moschea, trasporto pubblico e legalità – “non certo la Gronda” -, per Sassano lavoro e tutti i diritti – culto, mobilità, sicurezza -, per Pinotti, lavoro, infrastrutture e ambiente, per Vincenzi coesione sociale e sicurezza, perché “moschea e infrastrutture sono già state avviate”.

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