Regione. Il popolo del centrosinistra ha deciso di riprendersi in mano il proprio destino ed ha votato il cambiamento; è un’onda lunga che ha già attraversato Napoli, Cagliari, Milano, oggi Genova, e che andrà lontano, chi non lo ha capito e rimane ancorato ai vecchi schemi della politica, è destinato a scomparire. Complimenti a Marco Doria che ha vinto con un margine nettissimo; ora occorre cambiare pagina, restando a sinistra: è questa la grande sfida che lo attende.
Doria ha fatto dichiarazioni chiare prima e dopo le primarie che bene hanno interpretato il senso comune e le attese dei cittadini: la contrarietà alla gronda e la priorità per un sistema infrastrutturale utile alla mobilità urbana ed ai pendolari, la costruzione del nuovo ospedale a Ponente (e non a Carignano), la necessità di fermare la cementificazione della città, la difesa dei beni comuni, la valorizzazione dell’associazionismo, la politica come servizio alla comunità e non come affermazione personale. E poi ha evidenziato che “c’è una terza strada, tra l’antipolitica e la voglia di lasciar perdere che emerge in settori della sinistra. E’ la voglia di cambiare da dentro, è la passione, l’entusiasmo della gente”.
La vittoria di Doria ha amplificato l’incapacità di alcune forze politiche di comprendere i processi reali e di interpretare la necessità di cambiamento. Se non ci fossero state le primarie il candidato del centrosinistra sarebbe stato scelto nelle stanze delle segreterie dei partiti, indicato da poche persone.
Le primarie rappresentano, nell’attuale crisi della politica e della democrazia, uno dei pochi strumenti partecipativi con i quali oggi si puo’ sconfiggere i dinosauri della politica e la logica degli accordi di spartizione di posti e selezionare la classe politica ed i governi nazionali e locali: non comprenderlo è un esercizio di demenza politica.
Alessandro Benzi
Consigliere regionale
Capogruppo Federazione della Sinistra
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