Economia

Porto di Genova, l’allarme di Filt Cgil: “La crisi investe spedizionieri e agenzie marittime”

porto

Genova. In questi giorni sono stati pubblicati i dati delle movimentazioni dei teus nei porti italiani. Genova risulta, fortunatamente, al primo posto. Ma “quel pezzo di mondo del lavoro fortemente legato al porto, quello degli spedizionieri, degli agenti marittimi, dell’autotrasporto, dei corrieri, quello che fa “muovere” i contenitori non con le gru dalla nave a terra, ma da un cliente all’altro, da una città all’altra, da un paese all’altro, però è fortemente in crisi.

E’ l’analisi di Laura Tosetti, della Filt Cgil genovese. “Il  lavoro del sindacato in questo settore è ormai esclusivamente siglare accordi di cassa integrazione in deroga, il più delle volte a zero ore, o di indennità di mobilità in deroga uguale licenziamenti alla fine del periodo di copertura previsto”.

Le aziende di questo settore non sono coperte dagli ammortizzatori ordinari. “Abbiamo accolto favorevolmente l’impegno del presidente Luigi Merlo sul lavoro che deve essere inteso come crescita, garanzia, dialogo costruttivo’. La logistica è una priorità per il rilancio della competitività dell’Italia e della nostra città. Infrastrutture, trasporti, sviluppo territoriale, sostenibilità ambientale (tema che ritorna solo dopo drammi per poi sparire nel dimenticatoio) sono gli elementi che caratterizzano la sfida logistica del nostro paese, della nostra città, del nostro porto e di tutte le aziende, spedizionieri, agenti marittimi, broker. Riteniamo però che molto possa e debba essere fatto per determinare una non più prorogabile politica dei trasporti. È giusto pensare e puntare all’innovazione ma la sensazione, spesso, è che qualcuno voglia invece speculare o approfittare di certe contingenze solo per restringere i diritti di chi lavora.

Come sindacato “riteniamo sia necessaria una politica di alleanza, tra sindacato e imprese; da un lato per spingere a livello nazionale su una politica dei trasporti e della logistica (l’assenza di una politica dei trasporti è all’origine di buona parte delle inefficienze del nostro sistema logistico e ciò si ripercuote negativamente sul nostro territorio). Dall’altro, a livello  locale per  interrompere la tendenza di frammentarsi di aziende e cicli produttivi e soprattutto per mettere in sinergia tutti gli interlocutori che ruotano intorno al porto. E’ indispensabile un lavoro di sintesi tra  i soggetti interessati per individuare strategie di insieme, non limitandosi più alla tutela di nicchia.

Crediamo che  la regia di questo compito possa essere svolta dall’Autorità Portuale  che ha fatto e sta cercando di fare dell’innovazione e della qualità  il perno dello sviluppo della nostra città – e del nostro Porto -. E il sindacato deve essere uno di questi soggetti. Su questi temi a novembre la Cgil ha fatto un convegno e ha indicato nello sviluppo della logistica un’opportunità di occupazione qualificata per Genova. Ci rivolgiamo al Presidente Merlo per attivare un tavolo di confronto per questo settore.

Per il Sindacato è indispensabile che ogni modello produttivo, per la crescita economica della nostra città, non sia disgiunto dalla tutela dei diritti dei lavoratori. E’ per questo che quando segnaliamo alle associazioni di categoria che alcuni operatori utilizzano strumenti non sempre rispettosi delle normative, o utilizzano percorsi “impropri” il nostro scopo non è solo quello di tutelare i lavoratori. Fare emergere queste situazioni è utile anche per salvaguardare quelle imprese, la maggioranza, che rispettano leggi e contratti.

Riteniamo che proprio per la peculiarità delle imprese che operano in questo comparto, imprese di servizi il cui valore aggiunto, in buona parte, è rappresentato dai dipendenti e dalla loro professionalità, costruire insieme condizioni lavorative migliori – normative ed economiche – sia uno sforzo che può portare benefici alle aziende. Il più delle volte i tentativi del sindacato in questo senso non trovano risposte in nome di una totale discrezionalità aziendale che, diciamolo, utilizzano il sindacato come “approdo” sicuro quando il mare è in tempesta e quindi solo nelle condizioni di difficoltà.

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