Cronaca

Naufragio Concordia, per gli inquirenti Bosio poteva intervenire ma non lo fece

costa concordia

Isola del Giglio. Il ventimigliese Roberto Bosio, comandante in secondo della Costa Concordia, avrebbe potuto intervenire già nei 15 minuti successivi all’urto della nave contro gli scogli, ma non lo fece.

Per questo è stato anche lui iscritto nel registro degli indagati, insieme ad altre sei persone che vanno ad aggiungersi al comandante Schettino e al suo vice. Spiegano fonti inquirenti che Schettino e i suoi ufficiali in plancia avevano tutte le informazioni per valutare la gravità del danno e sapevano già che la nave non poteva più galleggiare.

Il comandante in seconda Roberto Bosio raggiunse la plancia un paio di minuti dopo l’urto. Secondo gli inquirenti, Bosio non si attivò con le autorità marittime per avvisare della reale situazione e non contrastò adeguatamente le decisioni di Schettino pur avendone la possibilità, considerata l’emergenza.

Bosio non è accusato di naufragio perché durante la manovra di avvicinamento al Giglio era in una pausa dal lavoro e si trovava nella sua cabina, dove avvertì l’urto. Poi salì in plancia di comando, dove pur apprendendo presto che la nave non era più governabile, secondo gli inquirenti non si adoperò per velocizzare le procedure di emergenza e soccorso.

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