Politica

Musso lancia la sfida al collega Doria: “Lui scelta estremista, io trasversale e moderato”

enrico musso

Genova. Il giorno dopo l’esito delle primarie del centrosinistra che ha consegnato piena vittoria all’outsider Marco Doria, il candidato sindaco Enrico Musso avrebbe preferito un confronto con l’antica sfidante, Marta Vincenzi, per “contrapporre una visione diversa della città” e perché era “forse l’esito più normale del rendiconto dopo il primo mandato”. Dopo di che “il fatto che abbia vinto il collega e amico Marco Doria (stesso dipartimento, lui al primo e Musso al secondo piano) mi pare una sconfessione della stessa Vincenzi”.

La sorpresa Doria è stata secondo Musso “una scelta legittima però forse un po’estrema o estremista” con un programma “che non condivido. Il blocco delle infrastrutture, ad esempio, è drammatico per la città e per le sue occasioni di lavoro, è un punto quindi su cui saremo fortemente contrapposti”.

Un punto che però potrebbe portare voti nuovi, anche da insospettabili del centrosinistra: “La mia candidatura è partita due anni fa senza logiche di alleanze e di calcolo di voto per il solo interesse della città – commenta il senatore liberale – se poi questa cosa risulta oggi più apprezzabile anche da chi in origine non si riconosceva nella mia candidatura, che problema c’è, io sono un candidato trasversale e indipendente e il punto di forza è proprio il fatto che io non sono ideologico”.

Come Marco Doria ha ribadito ieri sera, fresco di vittoria, parlare di alleanze è un vecchio modo di fare politica. “In questi due anni abbiamo capito una cosa non bisogna forzare la mano, nè con il Terzo Polo, naturalmente vicino, né a destra e nemmeno a sinistra – dice Musso – chi vuole può sempre condividere il programma”.

Il principio è lo stesso: prima il programma poi il resto. “Io e Marco siamo due profili un po’ simili, dal punto di vista professionale e personale, ma sotto il profilo della nascita politica no, non vorrei essere dipinto come la risposta a Doria, i nostri infatti sono percorsi paralleli. Ci sono due onde: una è quella dell’antipolitica, non necessariamente alla Grillo, e poi c’è quella instaurata dal governo Monti, con capacità tecniche e politiche, al di fuori dei partiti ma sostenuti dai partiti. Entrambe possono rappresentare una nuova idea di politica”.

Due professori e due candidature dalla società civile. “I partiti oggi sono di fronte ad un’alternativa – conclude Musso – o riescono a cogliere queste onde o sono condannati a sconfitte cocenti come quella di ieri”.

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