Ovada. E’ attesa per domani all’ospedale San Martino l’autopsia sul corpo del pilota di Alitalia, deceduto nella notte in un incidente stradale avvenuto sulla A26 al chilometro 9 all’altezza del casello di Masone, in direzione Genova.
Gli esami chiariranno se Ghibaudi ha perso il controllo del mezzo a causa di un malore e se le gravi ferite causate dall’impatto violento contro un muro di contenimento all’uscita della galleria del Turchino siano state la causa della morte.
La polizia stradale di Ovada intanto ha provveduto a dissequestrare il velivolo, una Fiat Stilo di proprietà del padre.
I funerali dovrebbero avvenire nella giornata di mercoledì, ma tutto dipenderà del’esito dell’esame autoptico e sul nulla osta da parte del magistrato.
In molti in queste ore, tra amici e parenti si stanno recando all’ospedale genovese per sostenere e supportare nel dolore il padre di Gianni, ex primario e uomo molto conosciuto e stimato.
Mentre sulla piazza virtuale di Facebook gli amici lasciano l’ultimo saluto, tra amarezza e stupore. “Se potessi fermare il tempo lo farei ma non posso, ciao Gianni riposa in pace” scrive Lucia. E ancora “Addio Gianni, continuerai a volare nei nostri cieli” scrive Cristiano. Un “mito”, una brava persona, che non meritava di morire in un incidente stradale così giovane.
In molti poi lo salutano semplicemente così: “Ciao comandante”, increduli di fronte ad una tragedia che blocca ogni possibile parola o commento per dare una spiegazione all’accaduto.
Ghibaudi era nato a Torino e residente a Borghetto Santo Spirito, aveva studiato presso l’Accademia Navale di Livorno ed era stato comandante della Marina Militare dall”87 al 2004: a partire da marzo 2004 aveva lavorato come pilota presso la compagnia aerea Alitalia.