Economia

Liguria, la crisi continua: cresce la cassa straordinaria, aumentano disoccupazione e precariato

lavoro 2011 liguria

Liguria. “In Italia il posto fisso rappresenta una delle lotte maggiori del nostro paese”. Enrico Vesco, assessore regionale al Lavoro, illustrando i dati sugli ammortizzatori sociali in Liguria risponde così all’affermazione del Premier Monti sul posto fisso che in una trasmissione televisiva ha apostrofato con un “che noia”.

“Le attuali generazioni si stanno disabituando – ha rincarato Vesco – ma il posto fisso rappresenta invece una necessità per dare solidità al sistema produttivo e la tranquillità alle famiglie. Una frase, quella di Monti, che non mi è piaciuta, sarò tra quelli che si opporrà a far venire meno questa opportunità”.

Entrando nel merito della situazione occupazionale in Liguria, il quadro non muta: permane una grande difficoltà, “segnale evidente che la crisi non è passata ma è ben radicata”. I dati sono in linea con la media nazionale, con un aumento della disoccupazione di 0,5 punti percentuali, e, unico dato positivo, un aumento degli occupati con il recupero di 3 mila unità nel 2011 e per il primo anno un divario tra cessione attività e avviati al lavoro (5 mila in più) positivo.

Grande difficoltà per gli ammortizzatori sociali, cala la cassa integrazione ordinaria e aumenta del 204% la cassa straordinaria, “segnale molto negativo che denota come le aziende si rendano conto di quanro la crisi sia lunga e quindi passano alla cassa straordinaria che è poi l’anticamera della mobilità e del licenziamento”, spiega l’assessore regionale al Lavoro, Enrico Vesco.

Cresce anche la mobilità ma, un dato inarrestabile e preoccupante, aumentano anche le forme di precariato diffuso: dal 2010 i contratti a tempo indeterminato sono passati da 30% a 22%. E’ quindi “necessario elaborare nuove strategie per i giovani che pagano il prezzo maggiore”. Ci sono poi i cosìdetti scoraggiati che non cercano più lavoro: “Crescono di 3 mila unità raggiungendo un numero di 49 mila, una percentuale notevole per la nostra regione”.

A soffrire di più sono le donne, i giovani, fino a 34 anni ancora in cerca di lavoro, e la fase avanzata, gli over 50 in cassa o mobilità e che anche grazie le nuove modifiche in materia di previdenza, allungano i tempi sia nel trovare lavoro sia nell’accesso alla pensione, argomenti su cui le organizzazioni sindacali sono già molto sensibili e per cui sono sempre più “necessari progetti a vantaggio di questa fascia di popolazione in cerca di ricollocazione”.

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