Economia

Imu sugli immobili della Chiesa, Repetto: “Preoccupato per il rigurgito anticlericale”

alessandro repetto

Genova. Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, in merito alle recenti vicende relative all’applicazione dell’IMU sui beni della Chiesa, si dice preoccupato “del rigurgito di questo settarismo anticlericale che mi auguravo scomparso. Non sono bastati anni di confronto, a volte anche acceso ma certamente costruttivo, tra esponenti del mondo cattolico e rappresentanti delle culture liberali e marxiste per cancellare definitivamente pregiudizi ideologici nei confronti dell’operare della comunità ecclesiale nella società”.

Sull’applicazione dell’Imu anche agli immobili religiosi è stato lo stesso premier Monti a precisare: “Sono esenti dall’Imu le scuole della Chiesa che svolgono le proprie attività secondo modalità completamente e propriamente non commerciali”. Per non considerarsi tali ha anche aggiunto: “il servizio dovrà essere aperto a tutti i cittadini alle stesse condizioni le modalità di un’eventuale selezione all’ingresso o successiva esclusione, correlate al rendimento scolastico – ha aggiunto il presidente del Consiglio – dovranno essere regolate da norme non discriminatorie, anche con riferimento ai contributi chiesti a famiglie”. Le reazioni non si sono fatte aspettare, e le polemiche sono infuocate da giorni.

Proprio in merito a queste ultimi fatti Repetto continua: “La polemica sulla tassazione degli immobili adibiti dalla Chiesa a funzioni sociali ed educative, quali l’erogazione di servizi scolastici, la formazione professionale, la gestione degli oratori, di mense e ricoveri per i meno abbienti, denota la persistenza di una cultura statalista e classista che male si concilia con i tanto decantati principi ispiratori di una società multiculturale”.

Molti hanno visto invece, in questa proposta del premier, un modo per combattere e pagare tutti, senza nessuna esclusione di sorta, contro la crisi che sta investendo il nostro Paese. Su questo punto Repetto continua: “Pare giusto che la Chiesa, al pari dei privati cittadini, si adegui responsabilmente a contribuire, sul piano di una coerente giustizia fiscale, all’impegno di riportare i conti dello Stato Italiano a un corretto equilibrio, ma ritengo dovrebbe essere altrettanto doveroso il riconoscimento e l’apprezzamento per tutto ciò che Parrocchie, associazioni ed enti religiosi svolgono oggi nei campi della solidarietà e dell’educazione, in una funzione sussidiaria dello Stato vacante”.

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