Genova, “Io bevo l’acqua di casa”: chiusa la prima fase del progetto

rubinetto acqua

Regione. Si è conclusa questa mattina la prima fase di “Io bevo l’acqua di casa”, progetto di Regione Liguria, Iren e Arpal a favore del consumo dell’acqua di rete. In occasione della consegna dei certificati di analisi, a circa 40 cittadini che hanno sfidato il freddo odierno, sono stati ricordati i semplici consigli per bere al meglio l’acqua di casa e assaporarne le proprietà organolettiche: farla sempre scorrere prima di consumarla, decantarla per eliminare l’eventuale sapore di cloro, evitare di utilizzare acqua calda e curare la manutenzione degli impianti e dei filtri.

Quest’ultimo passaggio avrebbe permesso di evitare la maggior parte della decina di parametri “oltre i limiti” riscontrati dalle analisi di Arpal sui campioni prelevati direttamente dai rubinetti di quasi cinquanta famiglie genovesi. Ben 231 i parametri chimici, biologici e metalli analizzati gratuitamente nel laboratorio genovese; i superi sono stati causati da inquinanti microbiologici (cattiva pulizia delle vasche o filtri non correttamente utilizzati le ipotesi più probabili) e, in un paio di casi appartenenti alla stessa zona, dalla presenza di alluminio, elemento aggiunto all’acqua di rete in quanto “flocculante”, cioè utilizzato per la sua purificazione.

A fine mattinata sono stati proiettati i cinque filmati “io bevo l’acqua di casa” disponibili su Youtube all’interno del canale BiodiversitaLiguria, che pubblicizzano il risparmio economico (una famiglia di quattro persone ci si paga l’IMU), la minor produzione di rifiuti, la comodità, il numero di controlli e la vicinanza alla sorgente. Ancora aperto il sondaggio lanciato sulla pagina Facebook/Arpaliguria sul perché “io bevo l’acqua di casa”: non produce plastica è la risposta al primo posto, con quasi il 25% delle preferenze.

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