Genova. Nessuna scusa. Nessun alibi. Un Pasquale Marino che si presenta ai microfoni della presentazione di questa trasferta a Bergamo contro l’Atalanta, ancora contrito, incupito, abbacchiato.
“Si riparte dal fatto che dobbiamo reagire a questa situazione esterna, ma le parole non bastano servono fatti. Manca equilibrio, non è una questione né fisico né tattica, altrimenti perderemmo anche in casa, è una questione psicologica, nel nostro caso ha a che far con un problema di testa”.
Marino poi continua: “Domani c’è bisogna di una ferocia costante, dobbiamo cambiare atteggiamento, non è possibile andare avanti in questo modo fuori casa. Il lavoro è incompleto, io non mi sento apposto e non lo sarò finché non troviamo un buon ritmo anche fuori”.
Severo Marino, con la squadra e anche con sé stesso. “Non possiamo nasconderci dietro alibi, dobbiamo reagire con i fatti e con la cattiveria agonistica – e aggiunge – in casa abbiamo più personalità e fuori non ne abbiamo”:
Per nulla sereno Marino, che punta anche il dito sulla classifica serena della squadra, che dovrebbe garantire più serenità: “Dobbiamo dare un taglio a queste negatività, dobbiamo invertire la rotta. Noi siamo in una classifica tranquilla e la società ci ha chiesto di giocare al calcio, divertire e divertirsi”.
Le parole più dure le pronuncia quasi inconsapevolmente: “Fuori casa siamo indifendibili – e ovviamente non sta parlando di questioni tattiche –, dobbiamo cercare di passare ai fatti, col le parole non si fa da nessuna parte: fuori casa facciamo ridere tutti”.
Poi una riflessione anche rispetto agli avversari: “Catania e Cagliari sono un pochettino inferiori a noi, eppure non abbiamo fatto niente per dimostrarlo, invece in casa abbiamo battuto squadre più ambiziosi di noi”.
La conclusione è amara ma combattiva: “Magari fosse un problema tecnico tattico, sarebbe più facile risolverlo: il problema è soprattutto di testa, dobbiamo smettere di andare a fare ridere tutti”.
Conferma poi la presenza di Carvalho, al suo debutto da titolare in rossoblù. “Su quello non posso sbagliare, è una scelta obbligata”.